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Empoli, morto di stenti a Mauthausen: scatta il risarcimento al nipote – La sentenza contro la Germania

di Pietro Barghigiani

	L'ex campo di concentramento di Mauthausen dove il 23 aprile del 1945 morì Pietro Pasqualetti, empolese ritenuto un sovversivo e deportato in Germania
L'ex campo di concentramento di Mauthausen dove il 23 aprile del 1945 morì Pietro Pasqualetti, empolese ritenuto un sovversivo e deportato in Germania

Il Tribunale ha riconosciuto 462mila euro al nipote di Pietro Pasqualetti. A 80 anni di distanza fatta giustizia per la vittima delle deportazioni

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EMPOLI. Il nonno è una delle vittime a cui sono stati dedicati i “Giardini della Memoria” a Ponte a Elsa. Vittime della deportazione da parte dell’esercito tedesco nell’Empolese.

Dopo aver citato la Germania in Tribunale, il nipote di Pietro Pasqualetti ha ottenuto un risarcimento di 462mila euro. Assistito dall’avvocato Diego Cremona, l’erede ha diritto al ristoro dei danni subìti per la morte del padre della mamma che già aveva perso la madre e si ritrovò da sola a 14 anni.

La storia di Pasqualetti è sintetizzata nella lapide eretta a Ponte a Elsa. Nato a Empoli il 21 luglio 1891 e residente a Brusciana, fu imprigionato ingiustamente per diciotto mesi essendo ritenuto uno dei partecipanti all’assalto dei cinquanta marinai nel marzo 1921. Rilasciato e ritenuto sovversivo, non aderì al Partito Nazionale Fascista e fu deportato l’8 marzo del 1944 in Germania, dove morì il 23 aprile 1945. Pasqualetti venne deportato nel campo di concentramento a Mauthausen, comando di Gusen, dove si spense due giorni prima della fine della guerra, in Italia celebrata il 25 aprile.

La sera dell’8 marzo 1944 l’allora 53enne padre dell’unica figlia che già era rimasta orfana di madre, venne convocato nella caserma dei carabinieri e per l’ultima volta salutò la ragazzina, allora quattordicenne.

Nella sua citazione a giudizio il nipote ha chiesto «che venisse accertata e dichiarata la responsabilità della Repubblica Federale di Germania per i fatti di reato commessi dai soldati tedeschi e da considerarsi crimini di guerra e contro l’umanità e la condanna dei convenuti al risarcimento di tutti i danni non patrimoniali subiti, iure proprio dal de cuius, e trasmessi via ereditaria all’odierno ricorrente, nonché dalla figlia quale conseguenza della morte del padre, pure trasmessi iure hereditatis all’odierno attore», si legge nella sentenza.

Per il giudice Daniela Garufi, aderendo a decine di sentenze sul tema del risarcimenti per i crimini ad opera del Terzo Reich, si tratta «di crimini di guerra e contro l’umanità, integranti illecito doloso, le cui conseguenze devono essere risarcite, compiuti dai militari tedeschi del Terzo Reich e, come tali, imputabili alla Germania in forza del rapporto organico esistente».

Sarà il fondo ristori istituito al ministero dell’Economia e delle finanze a pagare il risarcimento quando la sentenza diventerà definitiva. Intanto il nipote di Pasqualetti ha ottenuto la sua giustizia in Tribunale a 80 anni dalla morte del nonno.

A Pietro Pasqualetti, il Comune di Empoli ha intitolato alcuni anni fa il giardino di via Osteria Bianca, viale della Concordia e via Pietro Gobetti. 

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