Il Tirreno

Empoli

Caro energia

Super bolletta stronca lo storico panificio: ventisei lavoratori sul baratro

di Giacomo Bertelli
Super bolletta stronca lo storico panificio: ventisei lavoratori sul baratro

Attività a Gambassi Terme è sul punto di arrendersi: «Nel 2021 pagavamo di luce 4mila euro, ora ne vogliono quasi 25mila»

4 MINUTI DI LETTURA





GAMBASSI TERME. Un panificio storico che rischia di sparire e che mette a rischio il futuro di 26 dipendenti, perché il caro-bollette, a fianco dell'aumento delle materie prime, è diventato insostenibile per le aziende.

«Se paghiamo le bollette non possiamo garantire gli stipendi ai nostri dipendenti», dicono i fratelli Buccella, Giovanni e Celestino, che gestiscono dal 2005 il panificio Burresi nel comune di Gambassi Terme, nella Valdelsa fiorentina. La bolletta della luce è passata dai quasi 4mila euro di settembre 2021 ai 24.626,45 euro di ottobre 2022.

Numeri ormai fuori controllo sui quali gli stessi titolari hanno deciso di rompere il silenzio, preoccupati da una situazione per la quale ormai le parole e le attese non bastano più. Servono fatti e risposte, dallo Stato e dalla politica, perché l'impoverimento del territorio passa da scelte drastiche e drammatiche come queste, che fanno ben capire le difficoltà che sta vivendo il Paese, senza dimenticare poi una realtà come Gambassi Terme, piccolo paese della Valdelsa che basa la sua forza sulle attività che animano il centro urbano e che danno lavoro ai residenti.

«Abbiamo sempre informato i nostri dipendenti della situazione e insieme abbiamo stretto i denti. Adesso però la situazione è sfuggita di mano e non si tratta di una nostra responsabilità. Per rispettare tutti gli impegni presi abbiamo speso parole importanti e messo firme altrettanto significative, ma arriva un momento nel quale occorre fermarsi e capire fin dove ci si può spingere», spiega Giovanni Buccella.

L'auspicio è che il loro accorato appello possa contribuire a far emergere chiaramente anche le difficoltà delle altre realtà del territorio perché, aggiunge Buccella, «questo settore non può basarsi solo sull'aumento dei prezzi per stare a galla». I fratelli Buccella chiamano a raccolta la categoria, affinché si possa mettere in evidenza qualcosa che non è più rinviabile.

«Noi non vogliamo mandare nessuno a casa. Durante la pandemia abbiamo perso quasi 700mila euro di lavoro, adesso abbiamo richieste da tutta Italia, persino dalla Svezia. Prima 100 quintali di farina costavano tremila euro, adesso oltre seimila. Su un chilogrammo di pane non si guadagna più perché non abbiamo più margine».

Il lavoro non manca, tra l’altro, e ci sarebbe posto anche per ulteriori assunzioni, ma in questo momento questo scenario risulta impossibile da perseguire.

Clementino, 67 anni, e Giovanni, 60, sono in questo settore da sempre. Il più anziano dei fratelli Buccella ha cominciato a maneggiare il pane nella prima adolescenza, aveva 13 anni. Una esperienza e una specializzazione che li ha portati a sopravvivere a momenti di crisi, dai quali si sono sempre ripresi. Ma adesso il caro-bollette e il caro-vita affonda l’ultimo colpo.

«Abbiamo assistito in un anno a 6 o 7 ritocchi al rialzo delle materie prime, e mentre mettevamo mano ad ulteriori investimenti per 150mila euro abbiamo visto i costi crescere del 50%», proseguono i due imprenditori.

Il panificio pasticceria Burresi dei fratelli Buccella è presente da oltre settant’anni nel territorio di Gambassi, servendo la gran parte della Valdelsa e poi Empoli, le colline della Val di Pesa e parte di Siena. È stato rilevato dai due fratelli nel 2005, dopo il loro passato a Montaione con un altro panificio. L’attività conta oltre 550 metri quadrati di capannone e aveva progetti di crescita al momento congelati, con la chiusura invece che è imminente.

«Stipendi, tredicesime e altro: tutto questo è a rischio, come la stessa sopravvivenza della nostra attività. Siamo sempre stati puntuali con tutti i dipendenti e questo per noi è uno sforzo importante. Ma ora servono risposte, perché così non è più possibile mandare avanti», concludono i due panificatori.

Anche la Cna, con il presidente di settore Andrea Panchetti (che è di Castelfiorentino, sempre in Valdelsa) si fa sentire: «La nostra associazione, insieme agli altri rappresentanti delle categorie, è presente al tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy con un documento condiviso. Chiediamo alcune misure fin da subito: lo sconto del 40% sul credito di imposta da applicare in bolletta, la possibilità di dilazionare il pagamento di più bollette e non soltanto di una all’anno, senza che venga staccato il contatore della luce se viene pagato il 20% dell’importo totale». 

Primo piano
Trasporti

Incendi lungo la ferrovia Pisa-Empoli: treni bloccati e tecnici al lavoro tutta la notte – Quando si riparte

di Libero Red Dolce
Speciale animali