Alia conferma: bioplastica non riciclabile Presto un tavolo per risolvere il problema
Giunti, delegato all’ambiente dell’Unione: «Resta la scadenza del 2022». Confesercenti pronta a collaborare
Sulla questione delle bioplastiche che a oggi non possono essere smaltite nei macchinari per il compostaggio a disposizione di Alia, come quello di Casa Sartori a Montespertoli, istituzioni e operatori economici chiedono di lavorare insieme affinché si superi l'impasse.
La notizia, emersa sottotraccia da una risposta che il gestore dei servizi ambientali ha fornito a un utente fiorentino, irrompe anche nell'Empolese Valdelsa. «Nell’attesa di una filiera dedicata – riferisce Alia in una nota – i manufatti in bioplastica rigida devono essere conferiti nel contenitore dell’indifferenziato. Gli attuali impianti di compostaggio sono infatti nati esclusivamente per i residui organici e gli sfalci di verde provenienti dalla raccolta differenziata. A oggi gli shopper in “Mater - Bi” sono le uniche bioplastiche compatibili con le condizioni dei processi di compostaggio, mentre i manufatti in bioplastica rigida si biodegradano a condizioni e tempistiche di processo diverse e comprometterebbero l’intera produzione di compost».
Quale, dunque, la proposta del gestore? «Occorre lavorare congiuntamente per individuare le soluzioni in grado di assicurare una filiera di recupero e riciclo anche per questi materiali – la replica di Alia – l'azienda si è fatta promotrice di un tavolo dedicato, che vede la partecipazione dei soggetti che a vario titolo sono coinvolti», tra cui la Regione.
Sull'idea di un tavolo c'è l'ok del sindaco di Capraia e Limite, Alessandro Giunti, delegato all'ambiente per l'Unione dei Comuni. «Da un lato – spiega – ci sono i processi industriali che al momento non sono in grado di ricevere ma soprattutto di recuperare questi materiali, dall’altro la normativa europea che bandirà dal 2022 le plastiche usa e getta e l’attuale campagna plastic free. Come Unione siamo più che disponibili a supportare campagne per informare i cittadini sulle corrette pratiche di smaltimento e di riduzione dell’utilizzo».
«In ogni caso la delibera comunale plastic free non si tocca – dichiara l'assessore all'ambiente del Comune di Empoli, Massimo Marconcini – e forse questa è servita, a sua volta, ad aprire il dibattito». Dibattito in cui entra anche Confesercenti, tramite il referente Gianluca D'Alessio. «Le imprese hanno una grande attenzione al tema – ricorda – pur tenendo presente il quadro economico in cui si muovono. Auspichiamo un passo avanti da parte di tutti e siamo disponibili a fornire consigli e a concordare strategie purché non ci sia un aumento dei costi di smaltimento».
Intanto, ai margini dell'Empolese, il sindaco di Carmignano, Edoardo Prestanti, ha già scritto ufficialmente ad Alia. Nel chiedere a sua volta un tavolo di confronto, sostiene che «il rischio maggiore è quello di vanificare gli sforzi immani di cittadini e amministrazioni pubbliche che si stanno adoperando alla promozione del plastic free». —