Assolto per la morte di Martina, viene condannato per spaccio
Cecina, solo il deposito della pronuncia chiarirà se l’uomo non ha ceduto la dose alla 24enne o vi è stato nesso causale
CECINA. Dall’accusa più pesante – morte in conseguenza di altro reato – il tribunale lo ha assolto. Condannandolo, però, a due anni e nove mesi di reclusione per spaccio di droga.
Questa la decisione, ieri mattina, della giudice Martina Graziani, che ha pronunciato la sentenza nei confronti del quarantaduenne tunisino Dridi Bechir, difeso dall’avvocata Alessandra Natale e imputato per i due reati (in tutto quattro capi, tre per la vendita di stupefacenti e il quarto per il decesso, secondo la procura, provocato dalla cessione) dopo la scomparsa di Martina Bono, un «angelo innocente», come la descrivono su Facebook i tanti amici che ogni 21 febbraio, nel giorno del suo compleanno, le fanno gli auguri sperando che quelle frasi la raggiungano in cielo.
La donna ha perso la vita a 24 anni il 26 agosto del 2021, lasciando nel gelo più totale tutta la sua famiglia e i tantissimi amici, parenti e conoscenti. La causa «un’intossicazione acuta da eroina», si legge nel referto sanitario. Per questo i familiari si erano costituiti parte civile assistiti dal legale Nicola Giribaldi, chiedendo un risarcimento che però, nella pronuncia di primo grado, non è stato riconosciuto in quanto Bechir è stato assolto dall’accusa più pesante.
Il processo
Il quarantaduenne, che vive a Cecina, era accusato oltre che del presunto spaccio a Martina anche di aver ceduto a un cecinese «in almeno 20 occasioni e in cambio di denaro – è ciò che gli addebita la procura, con il pubblico ministero titolare dell’inchiesta Pietro Peruzzi che per lui aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione – eroina per 20 euro a volta», mentre a un altro suo concittadino «cinque dosi della stessa sostanza fra il 2020 e il 2021 al prezzo di 15-20 euro a volta».
Sempre secondo l’accusa Bechir avrebbe venduto «cocaina in due occasioni, per 20 euro a volta» a una donna fra il 2019 e il 2020. Infine, «con cadenza quotidiana per almeno tre mesi», eroina e talvolta cocaina, «per 0,25 grammi ogni volta in cambio di 20 euro», a un’altra cittadina cecinese. Durante il processo aveva testimoniato anche un poliziotto del commissariato intervenuto al bar Nazionale, dove la donna era stata soccorsa, raccontando i primi accertamenti effettuati.
La sentenza
Le motivazioni della sentenza, previste nei prossimi mesi, chiariranno i motivi dell’assoluzione per la morte in conseguenza di altro reato: sarà quindi chiarito se Bechir è stato assolto per non aver mai spacciato la dose letale alla ragazza o se, pur avendogliela venduta, non sia stato dimostrato il nesso causale fra la cessione e la tragedia che ha scioccato Cecina.
