Il Tirreno

Criminalità

«L’abbiamo bloccato sulle scale con in tasca i gioielli di nonna»: la nipote fa arrestare il ladro a Vada

di Ilenia Reali

	Gyada Polizzi con la nonna Carla Gensini, a dx un'auto dei carabinieri di Rosignano
Gyada Polizzi con la nonna Carla Gensini, a dx un'auto dei carabinieri di Rosignano

Il racconto della donna che si è insospettita nel vedere uno sconosciuto sul pianerottolo. E mentre i militari stavano intervenendo, in casa suonava il telefono: «Lasciate libero il ragazzo»

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ROSIGNANO. Stava rientrando a casa, con il compagno e il figlio piccolo. Stava salendo le scale per raggiungere il suo appartamento nello stesso pianerottolo di sua nonna, Carla Gensini, 87 anni. «Sono arrivata all’ultima rampa e ho visto un uomo che scendeva. Quello è l’ultimo piano e ci abitiamo solo noi e la nonna. Il nostro è un condominio piccolo, ci conosciamo tutti. Da tempo. Quasi familiare. Mi è venuto istintivo chiederei: “Scusi, chi cerca?”. A raccontare l’episodio è Gyada Polizzi, residente in via XX Giugno a Vada. L’uomo ha detto di essere un tecnico dell’Enel ma la coppia non si è convinta. «Il mio compagno, che aveva in braccio il bimbo, gli ha chiesto il tesserino. Lui ha cominciato a chiedere di farlo passare, di poter andare via. Io gli ho detto di farmi vedere cosa avesse in tasca. Aveva una collanina, degli anelli e la fede di nonna. Le cose che lei indossa sempre. Non ci ho visto più».

Gyada Polizzi ha bloccato l’uomo tenendola al muro, ha cominciato a gridare. I vicini sono usciti, hanno chiamato i carabinieri che sono arrivati e hanno fermato l’uomo. «Nel frattempo una vicina è andata a vedere come stesse la nonna. Per tre volte è suonato il telefono, per tre volte lo stesso uomo ha chiesto di lasciare andare il ragazzo. Di riprendere le loro cose ma di non chiamare i carabinieri».

La nonna nel frattempo, un po’ in confusione, non si era resa conto di cosa fosse accaduto «o forse – racconta la nipote – vista l’età e un po’ di difficoltà di memoria si è voluta inconsciamente proteggere».

Gyada invece racconta di essersi pentita della sua reazione perché «poteva andare molto peggio, l’uomo poteva reagire o lei stessa fargli qualcosa» perché, ammette, «quando ho visto che aveva in tasca la fede di nonno, gli oggettini d’oro che valgono poco ma che per nonna sono carissimi ricordi da cui non si separa mai, io volevo solo fermarlo».

Nel condominio hanno poi notato che l’uomo era entrato dopo che il negozio di Tabacchi aveva chiuso. «Il cassetto in cui nonna tiene i pochi contanti che le lasciamo in casa era aperto e in disordine. Non sappiamo se sia stata lei, in confusione a cercare i contanti, o se lo abbia fatto direttamente quell’uomo. Fortunatamente i carabinieri ci hanno restituito tutto nella stessa giornata».

E non è finita qui. Nei giorni successivi il telefono fisso di nonna ha suonato ancora. «Questa volta – aggiunge la nipote – le hanno detto che un altro nipote non stava bene, che avrebbe dovuto pagare. Con la nonna in casa c’era una vicina e quindi non è accaduto nulla ma anche in questo caso abbiamo avuto la sensazione che all’esterno ci fosse un palo».

Intanto l’uomo, risultato essere un 22enne, residente a Napoli e gravato da numerosi precedenti anche di analoga tipologia, è stato dichiarato in arresto e, su disposizione dell’autorità giudiziaria portato in carcere. Ieri il giudice del Tribunale di Livorno ha convalidato l’arresto e disposto per lui gli arresti domiciliari nel paese di residenza con il rafforzamento del controllo col braccialetto elettronico.«Racconto tutto quello che è accaduto – conclude Polizzi – perché è giusto che le famiglie sappiano, serve sensibilizzare, informare. Nelle ultime settimane mi risulta che oltre a nonna si sia provato a truffare altre due anziane».

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