Il Tirreno

Ambiente

Scapigliato, discarica da rifare dopo l’incendio: «Serviranno 870mila euro»

di Claudia Guarino

	L'incendio a Scapigliato
L'incendio a Scapigliato

L’amministratore: «Per riavviare i conferimenti serve tempo». L’assessore Repeti sulle analisi di Arpat: «C’è un valore elevato di alcuni idrocarburi. Il resto è nella norma»

3 MINUTI DI LETTURA





ROSIGNANO. Idrocarburi alti, diossina nella norma. È quanto emerge dai primissimi esiti delle analisi effettuate sui campioni prelevati intorno a Scapigliato dopo l’incendio del 28 giugno scorso. A renderli noti è l’assessore Roberto Repeti, che ha preso la parola durante la riunione congiunta dalle commissioni consiliari 2 e 5 dedicata all’incendio a Scapigliato durante la quale ha parlato anche l’amministratore unico della società che gestisce il polo impiantistico.

Francesco Girardi ha ribadito quanto, grosso modo, aveva già comunicato nei giorni scorsi sottolineando il grande lavoro del personale, intervenuto immediatamente, e ribadendo che la superficie interessata dall’incendio, su cui erano presenti rifiuti, è di circa 7mila metri quadrati. Per quanto riguarda la ripresa dei conferimenti, «ci vorrà ancora del tempo» considerando che «per la rimessa in sicurezza serviranno 870mila euro, anche se puntiamo ad avere dei ribassi. Dobbiamo rifare il fronte ex novo». Ma andiamo con ordine.

Al centro della commissione congiunta di ieri c’è stato l’incendio divampato il 28 giugno nella discarica di Scapigliato, che ha riguardato il fronte in coltivazione.

Spente dopo qualche ora, le fiamme hanno lambito rifiuti e un telo sintetico in materiale plastico. Girardi ha ribadito di aver visto «un battaglione di addetti accorrere anche prima dei vigili del fuoco. Eravamo lì con i nostri mezzi, deputati al soffocamento dei focolai post innesco con la terra» con operazioni di spegnimento che «si sono concluse intorno alle 24 e l’incendio non è andato avanti tutta la notte». L’evento «è stato circoscritto al solo fronte di coltivazione e mi sento di dire che il dolo è da escludere completamente» perché nelle discariche «l’autocombustione è dietro l’angolo».

Da quando c’è stato l’incendio, comunque, i conferimenti in quel punto sono stati bloccati e «contiamo di poter riprendere le attività il prima possibile, ma comunque non nei prossimi giorni né nelle prossime settimane».

Repeti ha aggiunto che «non conferendo rifiuti in discarica non ci sono i pagamenti quindi (fa un esempio, ndr) in due mesi sono milioni di euro (di mancati introiti, ndr) per mancata produzione. La salute economica di Scapigliato permette di sopportare per alcuni mesi questa situazione, ma sarà cura di tutti riattivare le attività di produzione appena possibile».

Nel frattempo resta in vigore l’ordinanza con cui il sindaco Claudio Marabotti ha vietato il consumo e la commercializzazione degli ortaggi a foglia larga prodotti nella zona a ridosso di Scapigliato. Questo in attesa dei risultati delle analisi sui campionamenti fatti da Arpat, che ha lavorato su sei punti posizionati a ridosso del polo impiantistico e su un punto ubicato in un’area non interessata dal rilascio degli inquinanti. «Da una prima analisi i numeri sarebbero tranquillizzanti – ha detto l’assessore Roberto Reperti – tranne che per gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) che sono in valore abbastanza elevato. La cosa particolare è che sono elevati anche nell’area non interessata dall’incendio. Andranno fatti altri approfondimenti». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Flash dalla Toscana

L’incidente

Auto schiacciata da un camion contro il guardrail: ferita 30enne

di Claudia Guarino
Estate