Il Tirreno

Salute

Cecina, scabbia alle primarie Guerrazzi: due casi. Genitori preoccupati, ma l’Asl rassicura

di Ilenia Reali

	La scuola Guerrazzi
La scuola Guerrazzi

L’ufficio igiene dell’Asl: «Non ci sono problemi di contagio, fare solo attenzione ai sintomi»

3 MINUTI DI LETTURA





CECINA. Alla scuola primaria Guerrazzi di Cecina ci sono stati negli ultimi giorni due casi di Scabbia tra i bambini che frequentano la scuola.

Anche se ormai, da tempo, si tratta di un fatto abbastanza consuetudinario nelle scuole, nelle Rsa e nelle strutture frequentate da più persone (anche negli ospedali), i genitori che hanno avuto le informazioni con il passaparola sono allarmati.

La dirigente scolastica Caterina Startari, domenica, ha segnalato la possibilità che ci fosse un caso di scabbia all’Asl Toscana Nord Ovest.

«Per quanto mi riguarda – spiega la dirigente – non sono tenuta e non dovrei conoscere le patologie né degli alunni del personale scolastico dal momento che si tratta di una competenza dell’azienda sanitaria locale e per questo non ho fatto alcun atto. Ho preso tutte le informazioni necessarie con il personale competente ed ho accertato che non c’è rischio di contagio e la situazione è assolutamente sotto controllo».

Ad aver ricevuto la segnalazione della dirigente della scuola è stato Vito Conti del servizio igiene dell’Asl che rassicura sulla situazione.

«La prima cosa da fare – dice – ed è stata fatta per quanto riguarda la scuola cecinese chi è colpito deve farsi diagnosticare la scabbia da un dermatologo che provvede a fare la terapia all’interessato e alle persone conviventi. Si fanno le visite in due step. La sintomatologia è piuttosto lunga, anche quindici giorni, ma dopo la seconda visita si può rientrare a scuola dal momento che il parassita non è più presente nonostante permanga spesso il prurito».

Alla primaria Guerrazzi, confermano dall’ufficio igiene non c’è una situazione di allarme né tantomeno particolare preoccupazione.

«La scabbia non si attacca tra compagni di banco – sottolinea Conti – e solo nel caso ci sia un cluster, un gruppo di persone colpite, è richiesta una segnalazione agli altri membri della comunità. Altrimenti per i compagni di classe non è necessario fare alcunché: serve infatti per il contagio un rapporto molto stretto e prolungato come dormire insieme o prendersi cura di qualcuno, come lavarlo o vestirlo. Quindi i genitori possono stare tranquilli e comunque si tratta di un acaro da cui si guarisce, in condizioni normali, facilmente. Si raccomanda solo di fare attenzione ad eventuali sintomi».

Chi ha una persona con la scabbia in famiglia deve invece oltre che fare la terapia lavare tutta la biancheria intima e della casa a 60 gradi e riporrre in un sacco chiuso per tre giorni le cose che non si possono lavare. Negli ultimi tempi si registrano più casi perché le strutture sanitarie, i medici di famiglia e i pediatri sono più attenti a fare le segnalazioni. I primi sintomi della scabbia sono intenso prurito che tende a peggiorare la notte e si formano papule rossastre, tipo brufoletti. A causare la scabbia è il Sarcoptes scabiei, un acaro, dotato di 8 zampe, dalle dimensioni microscopiche, che scava cunicoli appena sotto alla pelle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Il caso

Livorno, precipita e muore a 39 anni. Le indagini: c’era un uomo in casa con lei

di Claudia Guarino