Il Tirreno

ROSIGNANO. Questa volta non sono le luci del Natale ad aver illuminato la torre Hamon.  La fabbrica Solvay ha illuminato alcune parti dei siti industriali di Rosignano, Massa e Livorno di arancione per dare simbolicamente la propria adesione alla giornata della violenza contro le donne. 

A raccontare il senso delle luci che si sono accese nello stabilimento Solvay ma in numerosi edifici pubblici, privati e industriali dell’Italia e della Toscana è la responsabile del Comitato italiano dell’ente delle Nazioni Unite, UnWomen, la livornese Darya Majidi.  «Le Nazioni Unite – dice – negli anni hanno lanciato diversi progetti per favorire l’empowerment femminile, l’emancipazione e l’autoderminazione delle donne, con vari progetti fino al tema al coinvolgimento degli uomini al fianco delle donne. È chiaro che adesso con il 25 novembre e il 10 dicembre, giornata per i diritti umani, per 12 giorni di mobilitazione: ci sarà in tutto il mondo una campagna in cui abbiamo chiesto che si illuminino edifici, siti industriali. Oggi indossiamo qualcosa di arancione per rendere visibile, in ogni modo, la consapevolezza che il problema della violenza di genere è enorme».

«Le donne che subiscono qualche tipo di violenza, psicologica, economica e fino alla punta massima del femminicidio – aggiunge Darya Majidi – sono moltissime. In Italia viene uccisa una donna ogni tre giorni: questa campagna ha quindi l’obiettivo di rendere visibile con l’arancione questa situazione. L’arancione è stato scelto perché è il colore della gioia, dell’ottimismo, della positività. La campagna è stata lanciata a Montecitorio e in quell’occasione erano presenti molte realtà industriali tra cui appunto Solvay che ha aderito».