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Cecina, cane ingoia un amo trovato in spiaggia, il veterinario: «Un caso a settimana, ecco come abbiamo salvato Zeus»

di Claudia Guarino

	A sinistra Zeus prima di essere operato e l’amo che gli è stato rimosso dall’esofago. A destra i punti di sutura dopo l’intervento
A sinistra Zeus prima di essere operato e l’amo che gli è stato rimosso dall’esofago. A destra i punti di sutura dopo l’intervento

L’ultimo caso al Porticciolo. Il racconto della padrona, educatrice cinofila e dog sitter: «Ho visto un filo che gli usciva dalla bocca e ha avuto bisogno di essere operato»

08 aprile 2024
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CECINA. Era sulla spiaggia al porticciolo di Cecina quando ha visto un filo uscire dalla bocca del suo cane Zeus, un meticcio di tre chili e mezzo e sei anni di età. Ha capito subito che qualcosa non andava ed è andata dal dottor Melosi. «L’ho portato dal veterinario – racconta Giulia Bianchi, educatrice cinofila e dog sitter – dove è stato operato per rimuovere l’amo che aveva ingerito». E casi come quelli di Zeus, purtroppo, sono abbastanza frequenti a Cecina. «Noi, in primavera e in autunno, ne abbiamo almeno uno a settimana», spiega il dottor Marco Melosi, veterinario titolare della clinica cecinese di via Circonvallazione, che lancia un appello ai pescatori: «Fate attenzione a non lasciare gli ami sulle spiagge», sono pericolosi. Ma andiamo con ordine.

Zeus e l’amo

Domenica scorsa Giulia Bianchi stava passeggiando a poca distanza dalla foce del fiume Cecina con il suo cagnolino Zeus. «Ero sulla spiaggia al porticciolo – racconta – ed è successo che il cane ha buttato giù un amo». Zeus non stava male e non sembrava sentire dolore, ma un dettaglio ha attirato l’attenzione della sua padrona. «Ho visto un filo che gli spuntava dalla bocca – racconta – e aveva anche un amo appeso a una gamba. A quel punto ho capito che cosa fosse accaduto». È scattata, dunque, la corsa immediata dal veterinario. «Dall’endoscopia è risultato che il cane aveva un amo incastrato nell’esofago, dunque oggi è stato operato». È andato tutto bene «ma mi ha fatto preoccupare molto, anche perché è dovuto stare per più di un giorno senza mangiare. Sapevo, d’altra parte, che una cosa del genere in città era già successa, ma non a me».

«Un caso a settimana»

Effettivamente i cani inghiottono inavvertitamente gli ami trovati sulle spiagge con più frequenza di quanto si pensi. «Qui in clinica – racconta il dottor Melosi – abbiamo almeno un caso a settimana di questo tipo. E capita indipendentemente dalla stazza del cane e dalla grandezza dell’amo». Ma i casi non si distribuiscono equamente in tutti i mesi dell’anno. «Succede soprattutto a primavera e in autunno perché è principalmente in questo periodo che i cani vengono portati a fare le passeggiate sulla spiaggia, luogo dove è più frequente trovare ami». Questo perché d’inverno è freddo e d’estate sulla maggior parte del litorale è vietato portare il cane a passeggio. Il più delle volte, comunque, «si tratta di ami collegati a fili di nylon che si sono staccati dalle canne da pesca o che vengono abbandonati da qualcuno sulla sabbia». Non sono polpette avvelenate, ma i cani li mangiano comunque. Questo perché «ci rimane l’esca attaccata o perché odorano di pesce».

«Non tirate il filo»

Una volta inghiottito dall’animale, l’amo «può rimanere nel retro bocca o arrivare nell’esofago, nello stomaco oppure nell’intestino». Melosi, questo punto, fa un duplice appello: ai pescatori e ai padroni dei cani. Ai primi dice «di fare attenzione a non lasciare ami ed esche sulla spiaggia», mentre ai secondo raccomanda «di non tirare il filo nel caso in cui lo vedessero fuoriuscire dalla bocca del proprio cane, perché rischierebbero di perforargli l’esofago o lo stomaco. In questi casi è bene fissare in qualche modo il filo al guinzaglio e portare l’animale dal veterinario, che si occuperà di rimuovere l’amo». Ed è proprio ciò che è successo a Zeus, che è stato preso in carico dalla clinica Melosi.

Zeus sta bene

Il cagnolino è stato operato e dimesso oggi dai veterinari. «Zeus abbastanza bene – racconta Bianchi – ma ha avuto bisogno di vari punti di sutura». L’operazione, insomma, è andata a buon fine anche se la preoccupazione è stata tanta. Perché se è vero che il cane non aveva particolari dolori è anche vero che si muoveva con un amo da pesca incastrato nell’esofago. E vederlo tremare in attesa di essere operato faceva stringere il cuore. «Ora è in convalescenza», conclude Giulia Bianchi. Un po’ stordito, probabilmente, ma vivo e vegeto e pronto a tornare a fare le sue solite passeggiatine in città.

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