Vada, maxi richiesta danni ai Fichi Secchi: la battaglia dei rumori ora arriva in tribunale. Sono tre i fronti aperti
Pretesi 160mila euro di risarcimento ai titolari che intanto si oppongono alle multe del Comune
ROSIGNANO. Finirà a carte bollate la guerra ai rumori di Vada. Tre i fronti aperti: un maxi risarcimento da 160mila euro, due verbali da 4mila euro ciascuno, entrambi contestati al Comune di Rosignano Marittimo, e un fascicolo penale su cui ancora si stanno svolgendo le indagini della Procura. La vicenda che ha visto protagonista il locale “I Fichi Secchi” di piazza Garibaldi è arrivata al suo culmine: dopo controlli, monitoraggi da parte di Arpat, sopralluoghi effettuati da polizia municipale e forze dell’ordine e ingiunzioni del Comune per il pagamento dei pesanti verbali stilati, a distanza di quasi un anno l’intera questione finirà sul tavolo del giudice del tribunale di Livorno. Che si troverà ad affrontare tre faldoni ben distinti tra loro, pur tutti connessi inevitabilmente al locale vadese che ha aperto i battenti nel 2017 dai due giovani imprenditori (entrambi classe 1997) Federico Franchini e Filippo Bianco.
L’inizio di quella che ha assunto i tratti di una vera e propria guerra ai rumori nel cuore della frazione rosignanese risale alla seconda metà del 2022, quando le indagini fonometriche di Arpat rilevarono valori al di sopra del limite consentito dal piano acustico della zona. Così, il 21 marzo 2023, il Comune trasmise un provvedimento che fissava la chiusura dell’attività entro le 23: un termine estremamente restrittivo per un ristorante-pub come i Fichi Secchi. Tant’è che, rispettando una serie di prescrizioni, tre mesi più tardi l’ordinanza fu revocata e il limite spostato all’una di notte. Una vittoria soltanto illusoria però per la coppia di titolari che, ad agosto, si videro recapitare due verbali monstre: 4.010,60 euro di multa a testa (per un totale di oltre 8mila euro) per non aver rispettato l’orario di chiusura tassativo alle 23 all’inizio del mese di aprile. «Verbali frutto di un sopralluogo della polizia di Stato – racconta Federico Franchini, uno dei due soci – che abbiamo contestato fin da subito, anche solo per la forma con cui avevano imputato la multa sia a me che al mio socio, anziché alla società. Oltre che per il fatto – spiega – che all’ora contestata nei verbali non eravamo aperti né presenti sul posto».
Ma non finisce qui. Perché mentre i due giovani titolari del locale davano mandato ai loro legali – le avvocate Alessandra Natale e Luana Dettori dello studio legale NDC di Livorno – di impugnare le ingiunzioni arrivate nel frattempo dal Comune, i fronti della battaglia legale si sono moltiplicati: da un lato la coppia di imprenditori ha scoperto di essere stata denunciata per disturbo alla quiete pubblica e per diffamazione (reati per i quali, sotto il profilo penale, sono ancora in corso le indagini della Procura), dall’altro i residenti della zona che hanno più volte segnalato l’attività del locale alle forze di polizia e all’Arpat hanno chiesto un maxi-risarcimento alla società del locale per circa 160mila euro per danni biologici, patrimoniali e morali. «Impugneremo ovviamente in sede civile questa richiesta risarcitoria – assicura l’avvocata Natale – abbiamo tempo fino a fine febbraio per costituirci in giudizio: stiamo valutando tutte le motivazioni espresse per preparare la nostra difesa. Quanto dichiarato da chi ha presentato la richiesta di risarcimento – spiega la legale – è che il rumore emesso dal locale ha nel tempo provocato danni e una serie di disturbi anche alla salute». La prima udienza, in questo caso, sarà fissata probabilmente nel mese di maggio.
Più a stretto giro invece i due titolari dei Fichi Secchi si ritroveranno in tribunale per far fronte alle due ingiunzioni sui verbali relativi ai controlli di aprile 2023: l’udienza che entrerà nel merito della questione è fissata al 7 febbraio ma «il giudice del tribunale di Livorno ha intanto accolto la nostra richiesta di sospensione cautelare degli effetti dell’ordinanza – spiega l’avvocata Dettori – definendo come i due titolari non possano essere responsabili di quanto riportato nell’ordinanza-ingiunzione del Comune in quanto non solo non erano presenti ma neppure sono stati presi con loro contatti diretti per contestare quanto riportato in seguito ai sopralluoghi».
Il Comune di Rosignano Marittimo, per questo, ha dato mandato all’avvocato Carlo Gualersi di tutelare le ragioni dell’ente in tribunale.