Emergenza sosciale

«Il degrado è rimasto lo stesso ma intanto mi cacciano via»

di Gabriele Buffoni
Una delle stanze da letto negli appartamenti della struttura di emergenza abitativa lungo via Aurelia Sud a Vada
Una delle stanze da letto negli appartamenti della struttura di emergenza abitativa lungo via Aurelia Sud a Vada

La denuncia di Najet, ospitata in una casa di emergenza abitativa

26 maggio 2023
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ROSIGNANO.  Tutto è ancora come prima. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata. Perché se in passato il problema riguardava solo una questione di abitabilità dell’immobile, ora c’è chi tra pochi giorni si ritroverà senza più una casa. Perché, semplicemente, sono venute meno le condizioni per rimanere in quell’alloggio di emergenza abitativa ridotto in uno stato di degrado.

È quanto accade a Vada dove poco meno di tre mesi fa i residenti di una palazzina lungo via Aurelia Sud – che ospita ben quattro famiglie con anche persone anziani e bambini – avevano denunciato lo stato in cui versava la residenza di emergenza abitativa che era stata loro assegnata. Chiedendo a gran voce un intervento per sistemare le cose e rendere accettabile quella situazione precaria. «Invece non solo non è stato fatto niente – racconta Najet – ma per giunta, dopo che tutti noi residenti abbiamo provato a farci sentire pubblicamente, sono arrivati alla mia porta due incaricati del Comune di Rosignano e mi hanno comunicato che il 29 maggio dovrò lasciare l’appartamento perché sono decaduti i termini per l’emergenza abitativa avendo il mio secondo figlio compiuto 18 anni».

Najet si era fatta portavoce della protesta, denunciando le continue infiltrazioni di acqua dalla copertura del tetto e lungo le pareti, l’impianto di riscaldamento rotto e gli spazi non certo adeguati per un così gran numero di persone. Ad aggravare questa situazione anche la condizione lavorativa di Najet e degli altri inquilini. «Non riusciamo a trovare lavoro se non impieghi stagionali – ribadisce la donna – la nostra non è una situazione semplice. Io proprio la prossima settimana dovrei iniziare a lavorare in un campeggio. Ma come posso fare se rischio di tornare da lavoro e non avere più un tetto sopra la testa? Sono andata anche in Comune per chiedere spiegazioni – racconta la donna – ma non mi è stata fornita alcuna risposta se non che da lunedì io e i miei figli non avremo più una casa dove abitare. Dallo sperare in un miglioramento delle nostre condizioni mi sono ritrovata senza neppure un posto sicuro dove dormire la notte».

La situazione degli alloggi di via Aurelia a Vada«è ben conosciuta dall’amministrazione comunale – replicano il sindaco Daniele Donati e l’assessora al sociale Alice Prinetti – più volte siamo intervenuti sugli immobili avvalendoci dall’associazione “Casa Insieme” che gestisce l’emergenza abitativa per il Comune. L’associazione ha accertato il buon funzionamento degli impianti a seguito degli interventi fatti. Ci risulta invece una scarsa collaborazione da parte degli inquilini - dichiarano - anche per le piccole cose che erano state loro richieste. Stiamo parlando di alloggi di emergenza abitativa – sottolineano sindaco e assessora – e che devono rientrare nelle casistiche previste dal regolamento dell’ente. Ogni singola situazione è attenzionata dai nostri uffici e, come previsto dal regolamento, ogni situazione deve essere presa in carico anche da parte degli assistenti sociali. Ci troviamo a dover intervenire con una procedura di esecuzione forzata quando non vengono rispettati gli accordi e i termini previsti dal regolamento. Nel caso specifico – concludono – si tratta di una situazione presa in carico per la prima volta oltre dieci anni fa, per la quale ad oggi è venuto meno il patto sociale sottoscritto al momento dell’entrata in situazione di emergenza abitativa».
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