Rosignano, la storia di “Sara” arriva a Strasburgo: «Vi prego, ho bisogno di aiuto»
Dal giugno scorso la donna, 42 anni e madre di un bambino, dorme in ripari di fortuna
ROSIGNANO. Stavolta prende lei la parola. Anzi, la mette nero su bianco. Per raccontare in sintesi quella che è stata la sua vita da quando – erano gli ultimi giorni di giugno 2022 – si è ritrovata per strada. Un esposto che Sara (nome di fantasia per tutelare la privacy della donna e del figlio minorenne) , mamma di 42 anni costretta a vivere ormai come una senzatetto, ha deciso di inviare non solo al sindaco del Comune di Rosignano Marittimo Daniele Donati e alla direttrice generale dell’Asl Toscana nord ovest Maria Letizia Casani ma anche alla Procura di Livorno e alla Corte europea dei diritti dell’uomo, direttamente a Strasburgo.
La sua è una situazione di grave emergenza socio-sanitaria. Sfrattata dall’appartamento a Rosignano Solvay dove viveva con altre donne vittime di fragilità sociali – in seguito a «comportamenti non idonei alla convivenza con le coinquiline e un costante rifiuto a seguire i percorsi per il suo reinserimento nella comunità», come dichiarato all’epoca dal Comune di Rosignano – e ritrovatasi di punto in bianco senza più un tetto dove dormire. Né la possibilità di recuperare nell’immediato i pochi beni di cui disponeva, rimasti all’interno dell’abitazione. Da allora per lei, da tempo in carico ai servizi sociali rosignanesi, è iniziato un calvario. Fatto di notti passate all’addiaccio – spesso trascorse su una panchina davanti agli uffici postali di Cecina, dove si era inizialmente spostata – e di richieste di aiuto sempre più accorate da parte sua e dell’associazione “Heart for Life” di Rosignano che ha tentato fin da subito di fornirle aiuto.
«Da quel momento mi sono trovata in una situazione di pericolo – racconta Sara nell’esposto presentato alle autorità – a vivere per strada senza le cure sanitarie delle quali ho necessità per le patologie di cui soffro, e a trovare sostentamento alimentare e ricoveri di fortuna. Nonostante più volte abbia chiesto di porre attenzione alla mia situazione alle istituzioni e le rassicurazioni che mi sono state date nel tempo, poco o nulla è stato fatto».
Ad oggi infatti Sara vive ancora senza neppure una parvenza di stabilità, anche solo abitativa. Nonostante «abbia ripreso un percorso terapeutico – dichiara – con l’interessamento di un medico che sta seguendo la mia situazione. Vani sono risultati i tentativi di ricerca di un lavoro – racconta la donna – dove spesso ho percepito una diffidenza nei miei confronti per etichette negative legate a calunnie sul mio conto. Invece mi trovo ancora a cercare, giorno dopo giorno, giacigli di fortuna: devo ringraziare la bontà di alcuni cittadini per avermi pagato, nei giorni di maggior freddo, una stanza d’albergo che non mi sarei altrimenti potuta permettere».
A dicembre, dopo l’ultimo appello lanciato dall’associazione “Heart for Life”, il sindaco Donati rispose che i tempi di risoluzione del problema non dipendevano dall’amministrazione ma dalle procedure sanitarie. Da allora però nulla si è mosso e nessuno, dall’Asl, si è fatto vivo con Sara per risolvere la sua delicata situazione. Al punto che lei, disperata, ha deciso di rivolgersi anche alle massime autorità europee. «Vi chiedo di aiutarmi a superare questo periodo – conclude la donna – per riprendere la mia dignità e fare in modo che, sottoponendomi alle terapie appropriate, possa almeno riprendere la ricerca di un lavoro».
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