Rosignano, l’area è insabbiata e il Porto rinuncia alla sua concessione
È sul lato nord dove c’era la boa d’emergenza
ROSIGNANO. Utilizzare la sabbia che si accumula nell’area nord del porto di Rosignano per il ripascimento della costa. E’ un’idea e arriva a margine di una vicenda che riguarda la concessione demaniale sullo specchio d’acqua in prossimità del molo esterno del porto turistico Cala de’ Medici, dove c’era una boa di “tonneggio”, usata in caso di emergenza, alla quale le imbarcazioni potevano appoggiarsi per effettuare alcune manovre in entrata o in uscita dal porto. La concessione è decaduta e dovrà essere riassegnata. Un atto che sancisce che una parte del porto è interessata da seri problemi di insabbiamento. La boa di emergenza non c’è più e per essere di nuovo posizionata sarà necessario un intervento di dragaggio. Il decreto comunale, il 502, del 21 febbraio, redatto dal settore programmazione e sviluppo del territorio che si occupa del demanio marittimo dà atto che la concessione è scaduta lo scorso settembre e che la società che gestisce il porto turistico non è più interessata a rinnovarla. Il motivo è semplice, l’area non è utilizzabile. Per questo la società Marina Cala de’ Medici spa ha deciso di rinunciare alla titolarità della concessione demaniale, in quanto l’insabbiamento dell’area antistante la diga secondaria del porto turistico, dove era ubicata la boa di tonneggio, ne preclude l’utilizzazione. Tant’è che la boa di emergenza non c’è più. «Una volta giunta a scadenza la concessione, non essendoci più la boa, il concessionari non ha avuto più interesse a rinnovare la concessione» conferma l’assessore alle infrastrutture Brogi.
«La parte anteriore del porto, quella lato nord, dalla sua costruzione ad oggi ha subito però un importante e positivo fenomeno di insabbiamento che ha reso di fatto impossibile l’utilizzo della boa. I fondali che erano registrati fino al 2006 sui 5/7 metri hanno raggiunto oggi una profondità di 1, 5 metri, massimo 2. La corrente sud/nord ha insabbiato tutto l’ingresso del porto fino ad arrivare a Crepatura», spiega l’amministratore delegato della società di gestione del porto, Matteo Italo Ratti.
«Una situazione che ha reso quindi impossibile l’utilizzo della boa stessa, essendo anche pericolosa la navigazione perché il fenomeno di insabbiamento non è segnalato sulle carte per cui abbiamo deciso di rinunciare alla boa già negli anni scorsi (da tempo non era più posizionata) pur continuando a pagare il canone di concessione demaniale seppur aumentato notevolmente e quest’anno di cessare definitivamente la concessione perché tanto non è più posizionabile».
Visto che un lato del porto continua ad essere interessato dallo spostamento di grandi quantità di sabbia, è chiaro che gli enti locali potrebbero cogliere l’occasione per fare un ragionamento più ampio. «Potremmo però fare un ragionamento importante sulla possibilità da parte del Comune di attingere da tutta questa sabbia per gli interventi di ripascimento di cui necessita parte della nostra costa», aggiunge Ratti. Ogni anno, infatti, per fronteggiare l’erosione vengono programmati costosi interventi di ripascimento, per riportare la sabbia sugli arenili.
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