Nuove scoperte a San Gaetano riaffiorano drammi di donne
I ritrovamenti presentati in occasione del festival “Vivere l’archeologia” La rassegna al via il 30 luglio con visite guidate, spettacoli e conferenze
VADA. Vita e morte divise solo da una strada. Quella di via del Porto a Vada. Tra gli edifici portati alla luce durante gli scavi a San Gaetano, nella zona a sud, proprio sotto il terreno del grande parcheggio, gli archeologi hanno rinvenuto alcune tombe. Due in particolare raccontano storie drammatiche. In una sono stati trovati i resti di una donna incinta, lo dimostrano i piccoli ossi del feto accanto a lei, nell’altra ancora una donna, tra i 20 ed i 25 anni, con accanto una bambina di 4 o 5 anni. Poi ancora una sepoltura dove è stato rinvenuto solo il teschio della persona defunta.
Sotto quel parcheggio, come ha detto la professoressa Simonetta Menchelli docente di Civiltà e forme del sapere all’Università di Pisa, ci sono altri reperti, altri edifici da portare alla luce. Vada Volterrana era un sistema portuale di età etrusca e romana, con approdi, centri manifatturieri, terme, edifici e una cisterna che riforniva il quartiere.
Dopo la parentesi del Covid il 2022 è l’anno della piena ripresa. Una campagna che ha visto la partecipazione, accanto ai ricercatori e studenti dell’Università di Pisa, di 12 studenti americani dell’Università Try in Alabama. Gli scavi iniziati l’11 luglio hanno portato alla luce, fra l’area di rispetto dell’impianto industriale Ineos e via del Porto, un nuovo ambiente di forma circolare caratterizzato da una pavimentazione in tarsie marmoree, ambiente che doveva assolvere a funzioni di prestigio, con decori in marmo che arrivavano da tutto il mediterraneo.
Il ritrovamento si collega a quello degli scavi precedenti dove sono stati portati alla luce manufatti realizzati a partire dalla prima età imperiale (I e II secolo d. C.) con numerosi rifacimenti di età successiva fino al VI secolo d. C. All’esterno, al di là di via del Porto, si trova la necropoli impiantatesi non prima della fine del V secolo d. C.
Una campagna di scavi importante presentata dalla professoressa Menchelli, dal dottor Paolo Sangriso responsabile dello scavo e da Edina Regoli direttrice del Museo civico di palazzo Bombardieri, e che tutti potranno visitare durante la seconda edizione del festival “Vivere l’archeologia” che inizierà a partire da sabato 30 luglio.
«Un festival ricco di appuntamenti – spiega l’assessore alla Cultura di Rosignano Licia Montagnani – che permetterà di vivere l’archeologia e che lo scorso anno ha avuto un successo strepitoso, con più di mille presenze».
Sabato 30 luglio alle ore 19 la compagnia teatrale Teatro Europeo Plautino intratterrà il pubblico con il Miles Gloriosus, una divertente commedia di Plauto che si terrà proprio nella sede degli scavi. Tra sabato e domenica 31 luglio e tra sabato 6 e domenica 7 agosto dalle 10,30 alle 13 e dalle 16,30 alle 21, l’area archeologica si trasformerà in un antico porto romano con il suo mercato dove i visitatori potranno acquistare prodotti e alimenti biologici, profumi ed essenze.
Saranno presenti stand con archeologi professionisti, sarà possibile effettuare visite guidate dell’intero complesso con l’ausilio, quest’anno, della realtà aumentata che consentirà di scoprire l’aspettò originario degli edifici e delle attività svolte. Oltre alle degustazioni e uno spazio dedicato interamente ai bambini con intrattenimenti a tema.
Parallelamente il festival “Vivere l’archeologia”propone anche incontri nella cornice della Limonaia, nel parco del Castello Pasquini, a Castiglioncello. Il primo è in agenda per lunedì 1 agosto alle ore 18, vedrà ospite Cynthia Mascione dell’Università di Siena e Andrea Camerini disegnatore e cartonist che racconteranno l’archeologia con un pizzico di umorismo e originalità. Gli altri incontri si terranno mercoledì 3 agosto con Elena Sorge, giovedì 4 agosto con Andrea Camilli della Soprintendenza archeologica per Livorno e Pisa. Tra le novità che interesseranno gli scavi a San Gaetano è stato annunciato un progetto con Ineos per illuminare gli scavi e renderli visibili anche durante le ore notturne. Un modo per rendere più visibili e fruibili gli scavi stessi ai visitatori.