Il Tirreno

L’intervista

Il sindaco di Rosignano si lancia col paracadute: «Che scarica di adrenalina! Sì, lo rifarei»

Alessandra Bernardeschi
Il sindaco di Rosignano si lancia col paracadute: «Che scarica di adrenalina! Sì, lo rifarei»

Il racconto: «Una sensazione di euforia e anche la consapevolezza di aver fatto un’esperienza particolare, che certamente non fai tutti i giorni. Un’esperienza comunque positiva che ho compiuto in tranquillità grazie a coloro che erano attorno a me: nessuna procedura di sicurezza, ovviamente, è lasciata al caso. Una giornata per suggellare il legame del Comune di Rosignano con il 185° Reggimento Rao il cui comandante ha ottenuto, nel maggio scorso, la cittadinanza onoraria»

30 giugno 2022
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VADA. «Volando sui cieli ho provato ebbrezza e una certa euforia. Nessuna paura tanto che appena arrivato a terra mi sarei lanciato nuovamente». Queste le impressioni del sindaco Daniele Donati che a 58 anni non ancora compiuti, ha voluto provare l’ebbrezza di un lancio in tandem in caduta libera da 3.500 metri di altezza. Il lancio è avvenuto martedì 28 luglio ma la proposta è arrivata prima: il 22 aprile durante la cerimonia di commemorazione dell'Operazione Herring che si è tenuta a Vada.

Com’è nata questa esperienza e chi lo ha convinto?

«Durante la cerimonia di commemorazione con il 185° reggimento della Folgore, erede dello “Squadrone F”, c’è stato un aviolancio in caduta libera da un elicottero del 3° Reggimento Elicotteri per operazioni speciali. In quella circostanza il colonnello Luigi Pulli del Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione mi ha chiesto se avessi voluto fare una prova di lancio con il paracadute. Non ci ho pensato due volte e ho subito risposto di sì».

Nessuna paura prima o durante il lancio?

«No, ero tranquillo. Devo dire che sono abbastanza abituato alle altezze. Come volontario della Pubblica Assistenza, anni fa, avevo fatto parte di una sorta di squadra speciale che si doveva calare dall’alto per raggiungere, ve ne fosse stata la necessità, luoghi impervi. Per esercitarmi mi sono calato dal ponte di Calafuria, dal Castello Pasquini e dalla sommità della base del monumento a Ciano a Livorno».

Ma è un po’ diverso calarsi rispetto a lanciarsi nel vuoto da 3500 metri, no?

«Paradossalmente fa meno paura lanciarsi dall’alto perché tutto appare piatto, non si vedono baratri o dislivelli. E devo dire che tutto il team è stato veramente molto bravo, professionale e rassicurante. Come il mio tutor».

Ci racconti la giornata.

«Martedì mattina alle ore 10 mi sono recato al campo aviosuperficie di Cecina dove erano già in corso i lanci effettuati da vari reparti. Dopo una piccola riunione dove mi sono state spiegate le procedure, sono salito sull’aereo assieme al colonnello Luigi Pulli, al generale di brigata Pietro Addis, al mio tutor e altri due operatori. Siamo partiti con tempo incerto e un po’ di vento. Arrivati a quota 3.500 metri, ossia la quota prevista per il lancio, tutti si sono buttati e così ho fatto io, assieme al mio tutor. Ovviamente ha fatto tutto lui, io ho sono eseguito i suoi consigli».

Come ci si sente a cadere nel vuoto?

«Il primo tratto è a discesa libera e dura qualche secondo. Poi viene aperto una sorta di piccolo paracadute per rallentare la caduta. Infine viene aperto il paracadute vero e proprio che frena decisamente la discesa. Il tutto dura pochi minuti».

Qual è stata la sensazione appena toccato piede in terra?

«Una sensazione di euforia e anche la consapevolezza di aver fatto un’esperienza particolare, che certamente non fai tutti i giorni. Un’esperienza comunque positiva che ho compiuto in tranquillità grazie a coloro che erano attorno a me: nessuna procedura di sicurezza, ovviamente, è lasciata al caso. Una giornata per suggellare il legame del Comune di Rosignano con il 185° Reggimento Rao il cui comandante ha ottenuto, nel maggio scorso, la cittadinanza onoraria».


 

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