Bruciati oltre 20 milioni di euro tra slot, lotterie e scommesse
Il fenomeno e le cifre in ballo: a Castagneto Carducci la spesa resta stabile mentre a San Vincenzo in un solo anno le puntate sono quasi triplicate
SAN VINCENZO. A San Vincenzo le somme spese per il gioco d’azzardo nel 2017 sono aumentate del 265% rispetto al 2016. Mentre a Castagneto Carducci sono rimaste pressoché stabili, con un aumento dello 0,5%. Ma sono le cifre a restituire una più esatta percezione del fenomeno. . A tracciare la fotografia e accendere i riflettori sul fenomeno è un gruppo di associazioni del territorio: Libera Presidio “Rossella Casini” San Vincenzo e Castagneto Carducci, Spi-Cgil San Vincenzo, Auser Donoratico, Centro di Solidarietà Monica C., Caritas Donoratico, Iaia, Sezione soci Coop Donoratico-Cecina, Legambiente Costa Etrusca e Arci Circolo di Donoratico. «Come Associazioni impegnate da tempo su questa problematica non possiamo che confermare la nostra preoccupazione per un fenomeno che, nonostante una riduzione del numero di slot machine, continua ad attrarre sempre più giocatori e giocatrici – affermano in un documento congiunto –. In particolare, nel 2017 sono molto aumentate le scommesse sportive, il gioco online, mentre si sono stabilizzate le giocate alle macchinette ma non a San Vincenzo».
In soldoni a San Vincenzo si è passati da 345 euro procapite, ripartendo la spesa totale sulla fascia di popolazione residente dai 18 anni in su, spesi nel 2016 in slot, gratta e vinci, scommesse e quant’altro, ai 940 euro del 2017, per un totale che svetta dai 2,45 milioni del 2016 ai 6,42 milioni di euro del 2017. A Castagneto Carducci invece si è passati dai 1.551 euro pro capite del 2016 ai 1555,8 euro del 2017, per un totale che si attesta rispettivamente a 14,07 milioni del 2016 ed a 14,14 milioni nel 2017. Dati che sono stati resi pubblici a fine 2018 dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, e rielaborati dal gruppo editoriale Gedi.
«Sempre più nelle tante operazioni antimafia portate avanti in Italia la magistratura arriva a confiscare imprese del gioco d’azzardo legale, sale giochi e capitali frutto di quelle attività riciclati e ripuliti – proseguono le associazioni –. Aumentano le spese del servizio sanitario nazionale per curare le persone che diventano “dipendenti” dell’azzardo, come avviene per la droga, l’alcool, il tabacco. Davanti a questa situazione non possiamo che rinnovare la richiesta alle due amministrazioni comunali di approvare quanto prima il regolamento comunale che disciplini queste attività». E concludono: «Chiediamo di approvare questo regolamento prima della prossima scadenza elettorale amministrativa, se si vuole i consigli comunali possono riuscirci, e chiediamo di farlo promuovendone i contenuti verso i cittadini, gli operatori commerciali, il mondo delle associazioni». —