La Bcc è nel Gruppo trentino il via libera dell’assemblea
Il presidente Ciulli: «Resteremo autonomi e con un ruolo attivo sul territorio». Il dg Mannari: «Lavoriamo a ridisegnare la rete in un’ottica quasi regionale»
Formalizzata l’adesione al Gruppo bancario Cassa Centrale Banca dall’assemblea straordinaria dei soci della Bcc di Castagneto Carducci. L’assemblea del 23 novembre segna la conclusione del percorso iniziato con l’assemblea a maggio 2017, quando venne deliberata l’adesione al futuro gruppo trentino che dal 1º gennaio sarà operativo. «La nostra banca continuerà a essere autonoma e ad avere un ruolo attivo sul territorio – dice il presidente della Bcc di Castagneto Carducci Andrea Ciulli –, ulteriormente rafforzato da una struttura di gruppo che ci permetterà di essere parte di un sistema solido ed efficiente».
Cassa Centrale Banca, a cui aderiscono 89 banche, è l’ottavo gruppo bancario in Italia, con 72,7 miliardi di attivo e 44,3 miliardi di euro in termini di impieghi lordi. La Bcc di Castagneto Carducci è l’unico realtà in Toscano ad avervi aderito. «Il Gruppo ha dei numeri davvero di eccellenza – afferma il direttore generale della Bcc di Castagneto Fabrizio Mannari –. In termini di operatività stiamo già preparando la domanda alla Banca d’Italia per aprire all’Elba, a Portoferraio, e stiamo lavorando non più alla richiesta di sportelli uno per volta ma a una rete territoriale per ridisegnarla verso località più importanti e redditizie, quindi dando anche una nota di efficienza. Allarghiamo un po’ la rete e diventiamo sempre più una banca quasi di livello regionale. Cosa che fino a poco tempo fa era impensabile». Che aggiunge: «Il Gruppo ci sostiene, siamo unici in Toscana e con il tempo e la prudenza necessari ci sono prospettive importanti». All’Elba la previsione è di aprire entro marzo.
L’assemblea ha approvato anche la delega al consiglio di amministrazione a emettere azioni di finanziamento. Lo strumento, regolato sia dal Codice civile che dal Testo unico bancario, è un’operazione che le banche si possono trovare a fare quando si evidenzia una carenza patrimoniale importante. «Queste azioni non le può comprare chiunque ma solo fondi legati al mondo della cooperazione e la capogruppo – spiega Mannari –. È stata prevista nello statuto una possibile situazione di emergenza, ma nel nostro caso non è lontanamente pensabile».
Gli indicatori per il 2018 sono con il segno più. «Abbiamo un discreto incremento della raccolta, quella diretta cresce del 5% e a doppia cifra quella indiretta – anticipa Mannari –. Sostanziale stabilità degli impieghi, invece, perché quest’anno con l’adesione al Gruppo saremo sottoposti alla supervisione della BCE per cui siamo stati prudenti nell’erogazione del credito, cercando di mettere a posto tutti i portafogli». Che conclude: «Abbiamo dovuto lasciare il vecchio fornitore di servizi Cabel, spendendo diversi milioni di penale che vanno a impattare nel conto economico. Chiuderemo comunque in positivo, ma la cifra dipenderà dagli accantonamenti che sarà deciso di fare». —