Il Tirreno

il personaggio 

Al professor Emo Chiellini il Nobel italiano per la chimica

Al professor Emo Chiellini il Nobel italiano per la chimica

Ha ottenuto il premio Natta dopo essere stato scelto da una giuria internazionale  Da decenni impegnato in ricerche riguardanti l’uso dei polimeri nella farmacologia

03 novembre 2018
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ROSIGNANO

Non pensate di imbattervi nel profilo tipico del cattedratico quando lo incontrate. Perché, a dispetto di un curriculum vitae di 46 pagine, ci tiene parecchio a rivendicare le sue origini. E con orgoglio ribadisce che viene dalla campagna. «Sono nato all’Acquabona, poi dalla terza media ho vissuto nei palazzoni vicino al Fosso Bianco. Mio padre era un operaio della Solvay. Eravamo 5 fratelli, ho visto la guerra». Classe 1937, Emo Chiellini è un luminare della chimica dei polimeri. Nei giorni scorsi è stato insignito, a Ferrara, del prestigioso “Premio Natta” 2018 per la chimica, una sorta di Nobel italiano che è stato assegnato negli anni ad illustri scienziati di fama internazionale. Il riconoscimento è arrivato per «il fondamentale contributo dato allo sviluppo della scienza e tecnologia dei materiali polimerici, polimeri biodegradabili» e per le numerose applicazioni nel settore biomedico, farmaceutico e ambientale. Sostenuto da Lyondell Basell il premio “Giulio Natta” per la chimica viene attribuito, ogni anno, ad un ricercatore affermato che con la sua attività scientifica si è distinto o ha contribuito ha migliorare la qualità della vita e lasciato un segno tangibile nella nostra società. Chiellini è selezionato a livello internazionale da una giuria scientifica composta da ricercatori del settore. Chiellini, solvaino trapiantato a Pisa, è l’inventore dei “farmaci intelligenti”, materiali macromolecolari per applicazioni biomediche. «Cosa s’intende? – chiarisce il professore – Sperimentare materiali per il rilascio controllato del farmaco, selezionati e mirati per il singolo organo da trattare». In pratica, quegli involucri di rivestimento costruiti con materiali riassorbibili da parte degli enzimi digestivi e che giungono in modo mirato sulla cellula malata. Molte delle sue ricerche sono state fondamentali per sperimentare applicazioni nella cura del glaucoma e più recentemente di supporti macromolecolari biocompatibili per la rigenerazione di tessuti ossei e cartilaginei. Laureato in Chimica nel 1963, dopo aver frequentato il liceo scientifico Enrico Fermi a Cecina, è stato nel gruppo di ricerca del professor Piero Pino uno dei principali collaboratori di Giulio Natta nella scoperta del polipropilene e ha svolto una carriera accademica al Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa e in università europee e extracomunitarie come Liverpool, Moscow State University (Russia), University of Massachusetts ad Amherst (Usa), San Paolo (Brasile), Nagasaki (Giappone) e Mogadiscio(Somalia). Nell’80 è stato nominato ordinario di fondamenti chimici delle tecnologie nella facoltà di Ingegneria a Pisa dove ha insegnato fino al 2010. È autore di oltre 500 pubblicazioni, editore di riviste scientifiche e di 20 libri e contitolare di 35 brevetti. Per più di una decade ha contribuito all’iniziativa dell'Unido (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale)per la promozione dello sviluppo sostenibile in Paesi sottosviluppati. —

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