Il Tirreno

Rischia il coma diabetico: salvataggio in spiaggia

Maria Meini
Il bagno La Pinetina (foto dal sito della stabilimento) e il bagnino
Il bagno La Pinetina (foto dal sito della stabilimento) e il bagnino

Vada, il bagnino ha soccorso prontamente una giovane donna con l’aiuto della sua ragazza: «Anch’io ho la stessa malattia, purtroppo poco conosciuta»

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VADA. Una donna in spiaggia in crisi ipoglicemica, una situazione molto pericolosa. Ma il giovane bagnino in servizio ha capito cosa stava succedendo e l’ha soccorsa prontamente, evitandole problemi ben più seri. È successo a Vada, al bagno La Pinetina. La donna è una giovane mamma, che si trovava in spiaggia con la figlia. Stava giocando con la bambina quando si è sentita male. Il bagnino è un ragazzo di 23 anni, Giacomo Cubeddu, livornese, un diploma di perito agrario all’istituto tecnico di Cecina. In attesa di trovare un lavoro stabile il ragazzo d’estate fa l’assistente bagnante. Come ha fatto ad accorgersi del malore della donna? Semplice: attenzione e passione per il suo lavoro e un pizzico di fortuna. Ce lo racconta Giacomo: «Anch’io sono diabetico - dice - da cinque anni ho scoperto di avere il diabete di tipo 1, insulinodipendente». Un tipo di diabete che comunemente viene indicato come diabete dei giovani.

«Tutto è iniziato verso le 5 e mezzo del pomeriggio - racconta il bagnino - quando inizio a vedere dei comportamenti strani in una ragazza con una bambina in braccio, si buttava a terra con la bambina in modo strano, allora vado da lei e le chiedo "Tutto ok?"». La donna risponde: “Sì, sto solo giocando con la bambina”. Ma dopo «circa un minuto si appoggia alla torretta del bagnino e casca all’indietro con la bambina in braccio». Giacomo, che la tiene sotto controllo, torna subito da lei e le dice: “Lei non sta bene”, tenta di toglierle la bambina di braccio e di soccorrerla. «Essendo diabetico da 5 anni - dice Giacomo - sentivo già che doveva essere una crisi ipoglicemica, però aspetto di vedere i sintomi; poco dopo arriva la sorella e le chiedo "È diabetica?" E lei: "Sì"». Allora Giacomo parte di corsa e va sotto l’ombrellone della donna a cercare il glucometro. «Non l'ho trovato, così decido di usare il mio (segno del destino che in quel momento ci fossi io di turno, perché la maggior parte della gente non sa neanche che cosa sia il diabete). Arrivo da lei, le misuro la glicemia e la macchinetta mi dice che è sotto i 30, quindi prendo l’estathe che ho nello zaino, lo porto sempre dietro per qualsiasi evenienza che può capitarmi, visto che nel 2011 ho vissuto da vicino un’esperienza analoga andando in coma ipoglicemico; cerco di darle la bevanda ma inizialmente lei ha la bocca serrata perché stavano iniziando le crisi epilettiche. Dopo vari tentativi la mia ragazza, per caso al mare da me, riesce a farla bere, piano piano dopo circa 4 bicchieri e facendo passare 15 minuti, la donna riesce a riconoscere la sorella, anche se non è ancora cosciente di ciò che le sta succedendo». Nel frattempo arriva l’ambulanza, «ma non avevano portato il glucagone. Comunque prendiamo la donna, la mettiamo sul lettino e la montiamo sull'ambulanza, la glicemia si era già alzata».

Portata all’ospedale la ragazza si è ripresa. Per fortuna una storia a lieto fine.

Giacomo non vuole farsi pubblicità. «Il problema - dice - è che molti, troppi non conoscono il diabete. Se non ci fossi stato io, proprio perché sono diabetico, poteva andare molto peggio, con cose come queste si rischia il coma. Mi piacerebbe che le persone fossero più informate, perché il diabete è una malattia assai diffusa. Ma se informati si può tranquillamente conviverci come faccio io».

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