Il Tirreno

Versilia

Il personaggio

Sandro Giacobbe e il legame speciale con la Toscana: il calcio, la Nazionale cantanti e il ricordo di Paolo Brosio

di Luca Basile

	Da sx Paolo Brosio, Andrea Bocelli, Sandro Giacobbe e Paolo Vallesi a un evento di solidarietà
Da sx Paolo Brosio, Andrea Bocelli, Sandro Giacobbe e Paolo Vallesi a un evento di solidarietà

Innamorato della Versilia, ha trascorso gran parte del suo tempo non solo cantando ma anche giocando a pallone dalle parti del leggendario campetto di Nicola Zanone. Il ricordo di Paolo Brosio: «Aveva un grandissimo cuore»

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FORTE DEI MARMI. Di questa terra di Versilia era profondamente innamorato, Sandro Giacobbe, scomparso nella giornata di ieri all’età di 75 anni dopo una lunga e dolorosa malattia nella sua Liguria. Un’amicizia caratterizzata da gioie, solidarietà, litigi e interminabili partite a pallone.

Già perché la voce di canzoni iconiche come “Signora mia”, “Sarà la nostalgia” e “Gli occhi di tua madre” ha trascorso gran parte della sua vita non solo esibendosi con straordinario successo, in particolare fra gli anni ’60 e ’80, sui palcoscenici di mezzo mondo, ma anche rincorrendo un pallone. Tanto sorridente, gentile e empatico nel quotidiano quanto irruente e aggressivo all’insegna del “palla o gamba” sul campo, Sandro Giacobbe ha condiviso le sue giornate fra Forte dei Marmi e Cinquale, dalle parti del leggendario campetto da calcio di Nicola Zanone, talentuoso calciatore con trascorsi nelle file di Sampdoria, Pescara e Udinese. Partite dove avere Sandro, stopper vecchia maniera, come avversario significava privilegiare praterie decentrate per evitare di ritrovarsi a svolazzare per aria. Campetto di casa Zanone dove transitavano grandi calciatori di serie A come onesti “camminatori” della domenica: Giacobbe, democraticamente, ne aveva per tutti, avversari e compagni di squadra. Ma a fine partita tutto si ricomponeva.

E deflagrava il gran cuore di Giacobbe, capace, da giocatore prima e da allenatore poi della Nazionale Cantanti, di portare soldi, tanti soldi, a mille cause di solidarietà. «Provo un dolore immenso. Con Sandro – racconta Paolo Brosio – ho giocato insieme a pallone, abbiamo litigato non so quante volte e non so quante volte ancora ci siamo abbracciati. Avremo condiviso una trentina di derby del cuore per non parlare delle partite da Zanone, dove non c’era amicizia che tenesse. Aveva un grandissimo cuore, sempre pronto a darsi da fare per le persone in difficoltà. Appena poteva ci raggiungeva in Versilia: non solo per la partita o per un concerto, ma anche per stare insieme al solito gruppo, quello composto da Nicola Zanone, da Paolo Rossi, dal sottoscritto e anche da Marco Tardelli. È stato un pilastro della solidarietà insieme a sua moglie Marina».

Giacobbe lascia anche i suoi due figli, Andrea e Alessandro. A primavera era stato protagonista di “Musica e Parole”, al teatro comunale di Pietrasanta, la kermesse a firma di Franca Dini: fu l’occasione per ascoltare i suoi brani più celebri e per rivivere la grandezza di un artista che, con una voce e una presenza scenica importante, fu capace di andare oltre gli stereotipi dell’epoca. E raccontò della sua lotta alla malattia senza sconti e a testa alta, coinvolgendo il pubblico. Da persona vera quale sempre è stata.
 

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