Viareggio, odissea per avere il “permesso 104”: «Sballottata da un ufficio all’altro, aspetto una risposta da giugno»
La donna ne ha bisogno per assistere i genitori anziani e non autosufficienti: «Pratica facile, burocrazia impossibile e complicazioni continue»
VIAREGGIO. Le storie di ordinaria burocrazia si arricchiscono di un altro capitolo. Stavolta a finire nel gorgo delle documentazioni da presentare tra un ufficio e l’altro, in attesa di una risposta definitiva che non arriva mai, è Pierangela Marsili, un’impiegata pubblica viareggina. Che ha necessità di avere il cosiddetto "permesso 104" al lavoro, per assistere i genitori anziani e non autosufficienti. Richiesta fatta da mesi e ancora in attesa di una risposta.
La richiesta
«Tutto ha avuto inizio in estate, quando ho presentato la richiesta tramite patronato - racconta la nostra lettrice - Era la fine di giugno. Bisogna tener presente che mia madre ha già l’accompagnamento da quasi vent’anni. Qualche mese fa, inoltre, ha avuto una brutta caduta e, dopo essere stata visitata dal nostro geriatra di riferimento, le è stata riconosciuta la non autosufficienza totale, e la necessità di avere assistenza continua. Così come mio padre: del resto sono entrambi molto anziani».
I documenti
Il permesso 104 è uno strumento consentito dalla legge e destinato ai lavoratori, che possono usufruire di tre giorni di assenza al mese per dedicarsi a un familiare disabile o non autosufficiente. «Una volta ottenuto il numero di protocollo dall’Inps - prosegue Pierangela Marsili - mi è stato dato il suggerimento di presentare la documentazione allo sportello Asl della Medicina legale dell’ex Tabarracci, in modo da accelerare la pratica. Cosa che ho fatto il 31 luglio, peraltro ottenendo come ricevuta una fotocopia sbiadita e ai limiti dell’illeggibile».
«Quante carte devo presentare?»
Seguono giorni di sollecitazioni continue, «richieste di aggiornamento sulla procedura a cui non avevo risposta, con ovvie difficoltà nella gestione familiare e del lavoro, perché i miei genitori devono essere assistiti e io non potevo prendere i permessi». A fine ottobre la richiesta ulteriore: la mamma deve fare una visita fisiatrica. «Per me, poco sensato: che cosa devono dire altri medici rispetto a colleghi esperti come il geriatra Asl e il medico di famiglia, che già conoscono la situazione?». E comunque Pierangela si affanna a cercare e a trovare un appuntamento per la visita ambulatoriale all’Asl, «che a novembre, pochi giorni fa, certifica nuovamente le condizioni di mia madre. Perciò mi domando: ma quante carte devo presentare, quanti uffici devo ancora visitare e quanto tempo devo perdere per avere qualcosa che mi spetta?». Ieri Pierangela Marsili ha cercato di contattare nuovamente l’ufficio di riferimento, senza ottenere risposta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
