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Camaiore, bar chiuso per rissa: la festa finita male e la reazione dei commercianti

di Gabriele Buffoni
Camaiore, bar chiuso per rissa: la festa finita male e la reazione dei commercianti

Il presidente del Ccn: «Piena fiducia nella Questura, ma siamo preoccupati»

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CAMAIORE. Maggiori tutele. Perché «se capitano eventi come quelli di sabato sera al bar Il Brigante noi commercianti non possiamo far altro che chiamare le forze dell’ordine, di cui abbiamo massima fiducia e con cui tutti noi siamo sempre pronti e disponibili a collaborare. E non possiamo correre il rischio che questo, nonostante la nostra buona volontà, si ripercuota su di noi con provvedimenti che possono provocare evidenti danni economici». A parlare è Alessandro Tabarrani, presidente del Centro commerciale naturale del centro storico di Camaiore. E la sua è una richiesta a cui fanno eco anche altri commercianti della zona di piazza XXIX maggio e dintorni.

Da sabato scorso infatti il bar è finito nel mirino della questura di Lucca che, pur proseguendo le indagini sulla rissa – scatenatasi all’interno del locale ma degenerata in piazza, che ha visto coinvolti due uomini tra i 40 e i 50 anni e alcune decine di giovani presenti a una festa al Brigante – ha deciso di emettere un provvedimento di sospensione per l’attività di 10 giorni con effetto immediato. Un danno economico pesantissimo per il bar, tant’è che i titolari stanno valutando insieme ai propri legali di fare ricorso contro la decisione del questore di Lucca Edgardo Giobbi.

Secondo quanto ricostruito – e che tutt’ora è al vaglio degli inquirenti – tutto avrebbe avuto inizio intorno alle 23,30 all’interno del bar Il Brigante dove i due uomini, già visibilmente alterati, si sarebbero presentati al bancone chiedendo insistentemente da bere: i due, volti noti sia alle forze dell’ordine che alla cittadinanza di Camaiore, erano stati già in passato allontanati dal bar «in quanto persone non gradite, visto che il nostro locale è frequentato da molti giovani e anche giovanissimi» hanno assicurato i titolari. E così anche sabato sera il personale del Brigante si è rifiutato di servirli, chiedendo loro di allontanarsi. È in quel momento che uno dei due uomini avrebbe colpito un membro dello staff al volto, generando un primo parapiglia che ha visto spostarsi i due quarantenni e la trentina di ragazzi presenti all’interno del locale (era in corso una festa di compleanno) in piazza XXIX maggio. Qui, alla richiesta di spiegazioni di unragazzo di 20 anni, uno dei due uomini l’avrebbe colpito con una bottiglia di vetro procurandogli un profondo taglio al sopracciglio. E di fatto scatenando la rissa, interrotta poi all’arrivo della volante della polizia chiamata proprio dagli stessi titolari del Brigante.

«Il rammarico per quanto accaduto è tanto, specie per il locale che si è trovato coinvolto – commenta Tabarrani – non entro nel merito delle ragioni della Questura né delle indagini, ma sicuramente il rischio che possa capitare a chiunque di noi c’è e non ci lascia sereni, soprattutto perché non possiamo rifiutarci di servire un cliente». La preoccupazione del presidente del Ccn è quella anche delle altre attività che incidono sulla piazza. «È assurdo che ci rimettano i titolari del bar con il loro lavoro, visto che questi due uomini sono ancora in giro a piede libero – commenta Patrizia Bini, titolare della gelateria Mondo Goloso – come si può avere colpe se capita qualcosa di imprevisto? Essere collaborativi è essenziale, ma più che chiamare le forze dell’ordine non si può fare altro. Sia chiaro, Camaiore per fortuna non è il Bronx – conclude – per questo non mi sembra giusto punire chi lavora e ha fatto il suo dovere». 

 

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