Il Tirreno

Versilia

Allarme nuovi poveri

Viareggio, dorme in auto dopo il divorzio perché non può pagare l’affitto

di Luca Pardini

	Un uomo in macchina (foto di repertorio)
Un uomo in macchina (foto di repertorio)

In aumento i lavoratori con figli che non possono permettersi una casa. Gli alimenti e le rate del mutuo rendono insostenibile il costo della vita rispetto allo stipendio

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VIAREGGIO. Dopo aver divorziato dalla moglie, qualche mese fa, Antonio (nome di fantasia) ha cominciato a passare le notti in auto. Nonostante l’uomo abbia un lavoro a tempo pieno, gli alimenti da pagare a due figli piccoli e le rate del mutuo sulla casa – dove ora abita l’ex moglie con i figli – rendono di fatto insostenibile il pagamento di un ulteriore affitto.

Antonio, dunque, in assenza di una rete di familiari che possano ospitarlo e sostenerlo, da qualche mese è costretto a dormire in macchina. La mattina ha la possibilità di farsi una doccia sul posto di lavoro e anche il pranzo, generalmente, lo rimedia dove lavora. La sera, invece, più di qualche volta si è messo in fila alla mensa dei poveri. Se le temperature estive rendono quantomeno sostenibile passare la notte fuori di casa, l’inverno arriverà come una mannaia per tutti quelli che, come Antonio, sono costretti a passare la notte senza un tetto sopra la testa.

Quella di Antonio, infatti, non è certo una storia isolata, ma anzi si fa manifesto di tutta quella categoria di persone che, pur lavorando, non riescono ad assicurare a loro stessi e alle proprie famiglie un tenore di vita dignitoso, facendo spesso riferimento ai tanti servizi che le associazioni come Caritas, Misericordia e Croce Verde mettono a disposizione sul territorio viareggino e versiliese.

«Certamente negli ultimi anni è andata ad aumentare la così detta fascia grigia, quella degli “working poor” – spiega Lorenzo Pezzini, operatore di Caritas e co-referente di Libera Toscana – Coloro, cioè, che pur lavorando hanno un compenso misero o ad ogni modo insufficiente a garantirgli uno stile di vita minimamente dignitoso, costringendoli spesso ad enormi rinunce, su tutte quella della casa. Di questa fascia grigia – continua Pezzini – una certa porzione è rappresentata da padri divorziati, che una volta separatisi dalla moglie si sono ritrovati sommersi da spese insostenibili».

In aiuto a queste persone ci sono le associazioni come Caritas, che sul territorio versiliese ha 10 centri di ascolto, di cui 8 solo a Viareggio. «I centri di ascolto, situati nelle varie parrocchie, sono i primi punti di riferimento per persone e famiglie in difficoltà – spiega Pezzini – dove ci si reca per spiegare la difficoltà che si sta vivendo, si viene ascoltati e poi indirizzati ai vari servizi. Nel corso del 2024 sono state 588 le richieste di aiuto avanzate ai nostri centri, fatte per la maggior parte da famiglie».

Una volta passati dal centro di ascolto, Caritas può fornire diversi servizi, che vanno dal pagamento di una bolletta alla distribuzione di generi alimentari, dalla consegna di capi d’abbigliamento fino al pagamento di farmaci per chi ne necessita senza poterseli permettere. Ma in tanti casi sono le associazioni che vanno da chi ne ha bisogno, come l’unità di strada che tutte le notti calpesta le strade in cerca di senza tetto da aiutare.

«Nell’ultimo anno sono state circa 300 le persone curate dall’unità – dice Pezzini – che in certi casi si è limitata a lasciare coperte e qualcosa di caldo, arrivando fino a prestazioni di livello psicologico-sanitario». Un’altra realtà sempre più frequentata è la mensa dei poveri, «che ogni sera ospita da 40 a 50 persone», mentre un efficiente centro di assistenza alimentare è la bottega solidale 153 a Torre del Lago, dove famiglie intere si recano per poter avere generi alimentari di prima necessità e che «ad oggi assiste circa 150 famiglie, la maggior parte del nostro territorio». 

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