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Il lutto

Camaiore, addio al professore-detective che scagionò Ugolino

Francesco Mallegni
Francesco Mallegni

Impossibile dimenticare il valore di alcune sue ricerche, finite al centro non solo di pubblicazioni scientifiche ma anche delle cronache

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CAMAIORE. Addio al professore-detective dei volti della storia. Il professor Francesco Mallegni, residente a Capezzano Pianore, uno dei più noti paleoantropologi italiani, noto per aver scagionato il conte Ugolino della Gheradesca dall’accusa di cannibalismo (”il fiero pasto” di Dante Alighieri), è morto all’età di 85 anni nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Pisa.

La carriera

Nato a Camaiore il 14 febbraio 1940, dopo gli studi in biologia all’Ateneo di Pisa Mallegni iniziò la carriera accademica come assistente universitario nel 1973; fu promosso professore associato nel 1980 e dal 2002 ordinario di paleoantropologia presso le Università di Pisa e Siena. Ha formato generazioni di studenti e ricercatori, contribuendo in maniera decisiva alla divulgazione dell’antropologia fisica, una disciplina spesso considerata elitaria. Tra le sue opere più note, le ricostruzioni facciali di celebri personaggi storici, come Dante Alighieri, cui nel 2007 restituì un volto più umano e realistico: occhi grandi, mascella arrotondata, un’espressione gentile ma il naso sempre leggermente storto, come lo descrivevano le cronache.

Le ricerche 

Impossibile dimenticare il valore di alcune sue ricerche, finite al centro non solo di pubblicazioni scientifiche ma anche delle cronache, utili a “indagare” a ritroso negli anni. Nel 2002 Mallegni condusse una storica indagine forense sui resti attribuiti al conte Ugolino della Gherardesca e ai suoi figli, sepolti nella chiesa di San Francesco a Pisa. Attraverso l’analisi del Dna e dei resti ossei, riuscì a smentire l’antica accusa di cannibalismo che pesava sulla figura dantesca, riabilitandola dal punto di vista scientifico. Nel corso della sua carriera, fu incaricato di analizzare i resti mortali di numerose figure storiche e religiose, tra cui l’imperatore Federico II, papa Gregorio VII, San Ranieri (patrono di Pisa), San Faustino (patrono di Pontedera) , il pittore Andrea Mantegna, Vespasiano Gonzaga, il musicista Luigi Boccherini, Arrigo VII di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, il filosofo Pico della Mirandola (accertò che era stato vittima di un avvelenamento con l’arsenico) . Recentemente si era dedicato allo studio, oltre che della Sacra Sindone, dei resti di tre santi conservati nel Duomo di Pisa: San Niccodemo, spesso raffigurato nei dipinti rinascimentali (La deposizione di Rosso Fiorentino e di Caravaggio) intento a togliere il Cristo dalla croce per consegnarlo alle pie donne; Gamaliele maestro dell’apostolo Paolo e Abibone, apostolo di San Paolo e figlio dello stesso Gamaliele.

L’ultimo saluto

La moglie, morta alcuni anni fa, si chiamava Laura, lascia i figli Gabriele, Arianna e Raffaello, era un uomo di fede: ogni giorno partecipava alla celebrazione eucaristica nella chiesa di San Biagio, lo ricordano i familiari. E in questa chiesa, il 13 settembre, si svolgeranno i funerali del noto studioso.

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