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Addio a Renzino e alle sue “manone”: il Carnevale di Viareggio piange uno dei suoi pilastri

di Roy Lepore

	Melchiorre Ragona
Melchiorre Ragona

Grande appassionato, è scomparso a 84 anni. Nella bara la maglietta della Ferrari

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VIAREGGIO. Il Carnevale di Viareggio perde un’altra delle sue figure caratteristiche e amate dal pubblico, “Renzino”. Così era conosciuto, ma in pochi sapevano che il suo vero nome era Melchiorre Ragona, 84 anni originario della Sicilia e venuto in città quando aveva 10 anni. Circa tre mesi fa gli era stata diagnosticata una malattia e martedì sera nella sua casa al quartiere Allende al Varignano è deceduto con il conforto dei propri familiari.

Fino a quando non è andato in pensione ha lavorato all'Oleificio Bertolli a Lucca, ma il suo amore principale era il Carnevale che ha trasmesso in pieno alla figlia Romina, meno all’altro figlio Fabio. Lo ha salutato ufficialmente sulla propria pagina Facebook anche il Carnevale di Viareggio, postando una sua foto tra le tante caratteristiche. Chi a Viareggio non lo conosceva, ad ogni Carnevale lo poteva trovare sui carri perché ha collaborato con più costruttori. Non passavano certo inosservate le “manone” che muoveva abbinate a smorfie e gesti che lo rendevano un personaggio davvero unico.

Qualcuno lo aveva accostato anche al carrista Gionata Francesconi per la sua gestualità. «In lui qualcosa di me c'è – commenta Francesconi – ho appreso con dispiacere della sua scomparsa. L'ho avuto su due mie costruzioni: era una figura genuina, spontanea, di lui ho un ricordo bello, sicuramente una cara persona. L'ho visto circa due mesi fa, era apparentemente un po’ stanco ma nel suo spirito non ha drammatizzato, anzi cercava di nascondere la sua sofferenza. Il Carnevale perde un personaggio a cui ha dato molto, soprattutto perché lo amava davvero». Con Fabrizio Galli, non ha avuto un rapporto diretto, però anche il carrista viareggino ne ricorda lo spirito autentico. «Raccontava sempre barzellette, era allegro, non si occupava solo del carro dando una mano al costruttore, ma lo seguiva in pratica a 360 gradi – racconta Galli – è stata una persona che si è data molto agli altri».

Lo ricordano tutti con grande affetto anche al Varignano, il quartiere dove viveva con la famiglia: in molti lo ricordano con la dedica «Vola alto Renzino e coprici di coriandoli da lassù».Tra i tanti amici anche Claudio Scali, titolare dell'omonimo negozio di biciclette. «Ogni anno per Carnevale veniva ad addobbare il negozio – ricorda – portando diverso del materiale che collezionava da anni. Andavamo poi anche in montagna, avevamo programmato già per questo inverno. Purtroppo se ne è andato, ma lo ricorderemo con tanto affetto». La figlia Romina sottolinea come la cantina, la soffitta e un armadio in casa siano pieni di tutto il materiale del Carnevale. «Ha trasmesso anche a me fin da piccola questa passione – racconta – viveva a in pratica il Carnevale tutto l'anno».

La salma si trova nella sala del commiato della Croce Verde da ieri e ci rimarrà fino a domattina, venerdì 5 settembre, alle 10 quando partirà per la cremazione. Indossa nella bara una maglietta della Ferrari altra sua passione. Ci sono poi bandiere di Burlamacco e un gargliadetto della Juventus. «Questo è stato un suo difetto – dice il figlio Fabio – con lui abbiamo messo poi un cappellino e una piccola vespa, visto che era un appartenente al Vespa club». È stato anche al raduno internazionale a Pontedera in Vespa «e lì scivolando sull'erba bagnata si è rotto il femore – racconta la figlia – è poi stato all'estero con la Vespa in tante occasioni».

Nella sua vita c'è stato anche spazio per il volontariato, tanto che alla Croce Verde era tra coloro che davano un aiuto alla festa rionale. Lascia la moglie Maria, i figli Romina e Fabio e i nipoti Niccolò, Cristian e Flavio.


 

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