Tappeti di segatura, Massimiliano Turba: «La peggior edizione degli ultimi quarant’anni»
Camaiore, il presidente dei tappetari: «Serve un rilancio della manifestazione»
CAMAIORE. Una manifestazione da rivedere, una tradizione quella dei tappeti di segatura che va verso i cento anni, ma che oggi vacilla e necessita di nuove idee per tornare ad attrarre il pubblico così come ai tempi d’oro, quando la sera durante la stesa della pula per la realizzazione dei tappeti le code erano lunghe, residenti e turisti si mescolavano affascinati fino a tarda notte per vedere le magie dei tappetari. Quella appena conclusa però è anche per il presidente dell’Associazione dei tappetari Massimiliano Turba forse la peggiore edizione ad oggi, nei suoi 40 anni di presenza. Vuoi per l’allerta meteo, che fortunatamente non si è concretizzata, vuoi per gli altri eventi sul territorio o per una mancanza di interesse, alle 23.30 racconta lo stesso Turba le strade del centro storico di Camaiore erano pressoché vuote.
Nonostante la soddisfazione di Turba per il lavoro svolto da tutti i gruppi dei tappetari, sicuramente qualche innovazione è necessaria per tornare ad attrarre le persone così come una comunicazione più efficace. «Sono venuto a vedere la fine dell’infiorata che qui dura 3 giorni – spiega Turba da Genzano – assistendo al corteo storico e lo spallamento finale, ovvero la distruzione, fatto da bambini. Sarebbe bello anche da noi vedere i gruppi di bambini fare lo spallamento in modo gioioso, magari con i ragazzi che hanno realizzato i tappeti assieme ai ragazzi delle scuole».
Turba si dice concorde con quanto dichiarato da Fabrizio Diolaiuti al Tirreno sulla necessità di trovare idee nuove per dare nuova linfa alla notte magica dei tappeti di segatura: «Andiamo spesso in giro per l’Italia proprio per vedere come altre realtà affrontano il rilancio turistico della manifestazione, trarre ispirazione e vedere se ci sono aspetti loro che possiamo importare a Camaiore: c’è certo la componente religiosa e di tradizione, ma ci sono anche aspetti che possono essere integrati al nostro Corpus Domini. A Lido per esempio sfruttiamo la scia del Carnevale, le persone vengono a vedere quello e vedono anche noi. Quest’anno abbiamo portato le fontane luminose viste in Calabria. Ma non tutto può essere integrato. Da altre parti fanno durare l’infiorata per tre giorni e per noi così non è fattibile, altrove hanno un ticket per i turisti, ma anche questo per noi non è pensabile ad oggi. Abbiamo anche tanti altri eventi sul territorio, però potremmo valutare mostre d’arte e musica sulle piazze. Per quanto riguarda la spaghettata proposta da Diolaiuti potremmo invece coinvolgere i ristoratori per la realizzazione di un menu a tema», dice ancora. E ammette: «È stata questa una delle edizioni peggiori, non voglio puntare il dito sulle altre componenti, dobbiamo partire per primi noi tappetari a cercare qualcosa per rilanciare l’evento, migliorando anche la realizzazione dei tappeti stessi. Certo la comunicazione è stata poca, di sicuro quella va migliorata. Apprezzo molto la visibilità che ci danno da sempre Noi Tv e Canale 50 ma mi piacerebbe uscire dalla valle. Rispetto ad altre realtà siamo riusciti ad andare al tg nazionale solo nel 2021 perché abbiamo realizzato i tappeti nonostante il Covid, grazie a Marco Daddio e ai suoi contatti. Ringrazio la Bogus Lab e Diego Venturini per il documentario realizzato. Ma nel 2030 faremo 100 anni e mi sono trovato a parlare con persone di Forte che ad oggi non sanno che a Camaiore esiste la tradizione dei tappeti di pula: questo significa che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe».
Turba si dice pronto al confronto, seduti ad un tavolo con tutte le parti coinvolte per trovare i dee che si adattino alla tradizione e anche alle volontà dei gruppi di tappetari.
Relativamente alla realizzazione dei bozzetti da parte di artisti proposta sempre da Diolaiuti, Turba racconta: «In questa edizione abbiamo preso un’opera d’arte che è stata riprodotta, nel 2000 abbiamo fatto commissionare opere d’arte, ma non è facile perché da un lato l’artista ha la sua visione e dall’altro noi tappetari sappiamo che non è facile riprodurre l’opera con i nostri stampi e che va semplificata. Altro aspetto da non sottovalutare è la volontà dei tappetari perché ci sono gruppi che amano proprio realizzare il bozzetto del motivo decorativo e andrebbero rispettati. Sono aperto a tutte le novità: ben vengano. Ad esempio adesso abbiamo un tema unico introdotto da don Damiano circa 10 anni fa e forse oggi anche quello è da rivedere per trovare soluzioni che rilancino la manifestazione dei Tappeti di pula».