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Viareggio, addio al negozio che servì Valentino e Giorgio Armani: «Grazie a chi ha creduto in noi»

di Roy Lepore

	I cartelli che annunciano la chiusura del negozio
I cartelli che annunciano la chiusura del negozio

Chiude dopo quasi 50 anni di attività in Darsena. Cristina Rindi: «Finita un’epoca, decisione presa a malincuore»

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VIAREGGIO. Una storia lunga quasi 50 anni in Darsena a Viareggio sta per finire. Sulle vetrine del negozio Yachtingwear in via Coppino ci sono i cartelli gialli che annunciano la chiusura dell’attività: chiusura che presumibilmente avverrà verso la fine di luglio. Yachtingwear è partita nel lontano 1976 con Saverio Rindi, oggi 87 anni, originario di Campi Bisenzio.

Gli inizi

Rindi ha portato avanti l’attività commerciale con la moglie Grazia Landucci, e successivamente anche le due figlie Cristina e Stefania sono subentrate, e tutt’ora gestiscono il negozio. L’età avanzata del padre e altri fattori hanno indotto le figlie a prendere questa decisione, con profonda tristezza. «Mio papà ha iniziato a lavorare a 17 anni nella bottega del nonno – dice Cristina – esercizio che si trovava in via Cairoli, si chiamava “Fratini” ed era molto conosciuto in città, perché commercializzava jeans. Nostro padre, però, ebbe la brillante idea di andare alla ricerca di aziende che producessero abbigliamento per gli yacht. Insieme a mia madre decise così di spostarsi in Darsena in via Coppino e aprì un negozio che commercializzava questo tipo di abbigliamento. Era il 1976, è stato il primo nel quartiere, quindi fin dall’inizio il negozio ebbe successo e nel 1987 acquistammo il fondo dove siamo tutt’ora. Prima io e poi successivamente nel 1990 mia sorella Stefania iniziammo ad occuparci del negozio».

Il successo e i clienti vip

Un tipo di abbigliamento certamente di qualità è quello che è stato offerto alla clientela, che ha premiato la famiglia Rindi nel corso di tutti questi anni. «Tra i nostri clienti abituali ci sono stati gli equipaggi degli yacht ormeggiati in banchina, che hanno apprezzato le marche ricercate di camicie, pantaloni, scarpe e maglie», risponde Cristina. Nei momenti di maggior splendore non sono mancati poi clienti di un certo prestigio che non hanno voluto rinunciare all’abbigliamento ricercato. «Abbiamo avuto Valentino, Armani, l’Aga Khan: per noi è stato un onore, siamo stati i primi ad avere un certo tipo di vestiario e questo ci ha sicuramente premiato. Adesso i tempi sono cambiati, in qualche modo direi in peggio: non c’è più, infatti, una specificità del settore. Si trova per esempio l’abbigliamento marino anche in attività che non hanno una specializzazione in questo senso. Sono subentrati altri fattori come Internet e gli acquisti on line, ci sono persone che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, quindi rispetto a prima anche il giro di affari è sensibilmente calato».

La decisione di chiudere

Una particolarità di Saverio Rindi è che per migliorare il prodotto acquistò una macchina per ricamare e personalizzare ogni capo di abbigliamento. Nel negozio c’è una foto che lo ritrae: «È insieme ad un suo amico, Alberto Bisogni detto “Scanapino”, che curava i motori delle imbarcazioni che prendevano parte alla gara di off-shore Viareggio-Bastia-Viareggio. Erano tempi diversi da quelli di adesso. Prima c’era più collaborazione tra noi commercianti, adesso ognuno pensa solo per sé. La via Coppino per esempio: se fosse stata utilizzata meglio, organizzando iniziative che avevo anche proposto in Comune, forse ci sarebbe stato più giro d’affari, ed invece se non c’era il Giro d’Italia chissà quanto avremmo dovuto attendere che via Coppino fosse asfaltata. Hanno rifatto la bella piazza Lorenzo Viani, ma andrebbero organizzati eventi per renderla viva. Ci vorrebbe talmente poco per far animare un quartiere come la Darsena, dove ho trascorso tanti anni della mia vita. Adesso chiudiamo il negozio, per l’età avanzata di nostro padre; inoltre sono tempi diversi che ci hanno indotto a prendere questa decisione. Dispiace davvero. Grazie a chi ha creduto in noi in tutti questi anni, li ricorderemo con affetto». 

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