Il Tirreno

Versilia

Il caso

Imprenditore massacrato e ridotto a vegetale: il “genovese” condannato a 7 anni

di Donatella Francesconi

	Il luogo dell'aggressione e l'imprenditore di Lido di Camaiore
Il luogo dell'aggressione e l'imprenditore di Lido di Camaiore

Il titolare di un locale a Lido di Camaiore picchiato sugli scali Novi Lena a Livorno nel maggio di un anno fa: l’amarezza della famiglia dopo la sentenza

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LIDO DI CAMAIORE. Una serata qualsiasi tra i locali di Livorno, sugli scali Novi Lena, che termina con un uomo a terra, in una pozza di sangue, ridotto in stato vegetativo, e un altro in carcere, oggi condannato a 7 anni dal Tribunale di Livorno per il reato di lesioni gravissime. Costate il coma, prima, e lo stato vegetativo permanente, oggi, per Massimo Galleni, 51 anni, titolare del locale al pontile di Lido di Camaiore. «Il pubblico ministero Massimo Mannucci aveva chiesto 11 anni», racconta al Tirreno l’avvocato Debora Ianniello (Foro di Lucca). Anche in virtù dei precedenti specifici a carico di Manuel Morgon, detto “il genovese”, 41 anni. Già condannato per omicidio preterintenzionale quando – nel 2005 – nel corso di una lite condominiale, si era messo in mezzo spingendo un pensionato di 64 anni, morto il giorno dopo a causa delle gravissime ferite riportate dopo aver sbattuto la testa in seguito all’aggressione.

«I giudici del Tribunale di Livorno (presidente Luciano Costantini, Andrea Guarini e Roberta Vicari, ndr) - prosegue l’avvocato della famiglia Galleni - hanno riconosciuto a Morgon l’attenuante della provocazione». Massimo Galleni, in una serata di divertimento collettivo, avrebbe infastidito il suo aggressore, che ha reagito con tale forza da ridurre l’imprenditore originario di Pozzi nello stato vegetativo irreversibile, come ha certificato anche la perizia del Tribunale.

«Esprimo tutta l’amarezza della famiglia di Massimo», sono le parole dell’avvocato Ianniello. «Non c’è dubbio che si tratti di una condanna mite, in considerazione del fatto che Massimo è stato ridotto – in seguito all’episodio nato per fatti banali – in uno stato di malattia insanabile come si legge nella perizia depositata in Tribunale. Lascia davvero l’amaro in bocca: tra due/tre anni questa persona sarà di nuovo fuori dal carcere».

La difesa di Morgon (avvocato Alessia Ratti, Foro di Firenze) ha sostenuto la tesi della legittima difesa, ricorda l’avvocato Ianniello. Per l’imputato era stata anche richiesta una perizia psichiatrica, in base alla quale Morgon era stato dichiarato capace di intendere e volere».

La sentenza del Tribunale di Livorno ha riconosciuto «una provvisionale importante alla famiglia di Massimo che sostiene le tante spese per la condizione in cui versa il loro caro», sottolinea con forza il legale di parte civile: «Ma dobbiamo considerare che Morgon viveva in tenda».

Massimo Galleni, che ha una figlia giovanissima, era l’anima del locale che ha aperto nel 2009 al pontile di Lido: «Quello che è accaduto a lui può accadere a ciascuno di noi dopo qualche bevuta in un bar o a una festa», sottolinea il legale: «I giudici non hanno ritenuto di utilizzare un criterio di proporzionalità nel rapporto tra il comportamento di Massimo e la violenza dell’aggressione che ha subito da una persona che dopo averlo colpito se n’è andata per la propria strada». Adesso non resta che attendere le motivazioni della sentenza: «Poi valuteremo con la Procura», conclude il legale di parte civile.


 

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