Versilia, i bagnini: «In mare da soli si rischia la vita, ma chi le pensa queste regole?». L’ordinanza che ha scatenato la rivolta
Gli esperti di salvataggio rispondono alla comandante della Capitaneria di porto Silvia Brini Benedusi: «Le “isole” mettono in pericolo sia i bagnanti che noi bagnini»
VIAREGGIO. Trentacinque anni di lavoro sulle spiagge delle Versilia nel ruolo di assistente bagnante istruttore di salvamento Fin, con esperienza maturata in diverse realtà di specchi d’acqua e di affluenza bagnanti. È Francesco Benedusi che ha deciso di intervenire – così come fa anche la Lega bagnini Versilia cavalieri del mare – sulla nuova ordinanza della Capitaneria di porto di Viareggio che istituisce la presenza di un bagnino ogni 80 metri: «Mi sento di affermare che un bagnino ogni 80 metri, con una spiaggia affollata e il mare mosso mette a repentaglio la vita sia di chi deve essere messo in sicurezza e di chi deve effettuare il salvamento».
Non è questo l’unico punto che Benedusi intende mettere in evidenza, vista l’affermazione fatta dalla comandante Silvia Brini sui salvataggi in mare che devono impegnare un solo bagnino: «Entrare nel mare in totale solitudine con un patino da manovrare», continua l’esperto assistente bagnanti, «non è impresa semplice neanche in condizioni normali e con mare calmo. Figuriamoci se a questo si aggiunge di oltrepassare le onde di un mare molto mosso e dover mollare i remi per issare sul patino una eventuale vittima che – nel migliore dei casi – sarebbe nel panico, e nel peggiore priva di sensi e in crisi respiratoria, tanto da dover fornire le prime manovre di soccorso. Un’impresa che sarebbe difficile o impossibile anche per Superman. Un patino alla deriva in mezzo alle onde, senza un secondo assistente che governa il natante, può portare al ribaltamento del natante portando tutti gli occupanti ad affogare. Sarei curioso di capire come si voglia dimostrare che si può riuscire a portare in salvo più persone in difficoltà da soli».
La domanda che i bagnini si fanno è così formulata: «Vorrei capire se queste regole sono date da persone che abbiano dimostrazioni, nella realtà vissuta, di quanto vanno a imporre. E come abbiano dimostrato che possa essere fattibile riuscire da soli a portare assistenza. Va bene risparmiare, ma non conviene in tema di sicurezza in mare. La nostra città vive essenzialmente di turismo estivo per le spiagge ed il mare. Qualora si verificasse quello che temo, metterebbe in cattiva luce tutta la costa nostrana: sarebbe come affermare che sulla nave basta solo un marinaio e su un ambulanza solo l’autista».
L’associazione Lega bagnini Versilia Cavalieri del mare è tornata a scrivere alla comandante della Capitaneria «a nome dei bagnini “tutti”»: «Riguardo alle dichiarazioni del comandante Silvia Brini, siamo speranzosi che si tratti di un grosso malinteso: perché paragonare le nostre spiagge al resto delle spiagge toscane è un eresia. Ci è stato detto che ci uniformiamo alle altre ordinanze, mettendo un bagnino ogni 80 metri. In Versilia, le spiagge hanno una profondità che va dai 250 metri in Darsena a 160 metri a Fiumetto. A parte che il nostro fondale è caratterizzato da buche alternate a secche, e gli addetti ai lavori sanno di cosa si parla, è comunque un mare pericoloso con caratteristiche quasi oceaniche. Poi diciamo che con le nostre spiagge profonde, lungo un fronte di 80 metri sono piazzati facilmente più di 300 ombrelloni. Qualcuno può provare a contarli e vedrete che saranno facilmente di più. Quanti ombrelloni ci sono, invece, lungo 80 metri sulle altre spiagge toscane? ».
La lettera della Lega bagnini tocca anche il tema del salvataggio in mare: «Sentir dire che il salvataggio si fa da soli, è quella ciliegina sulla torta che ti fa pensare: c’è per forza un malinteso, oppure quando noi che da 20, 30, 40 stagioni siamo sul mare ci siamo persi».