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«Mirco, poliziotto di gran cuore»: il ricordo dei colleghi sconvolti
Viareggio, il dottor Daniele Taccola ricorda: «Quel violino ritrovato a un paziente in ospedale»
VIAREGGIO. In attesa che venga fissato il giorno del funerale sono davvero tanti gli attestati di vicinanza alla famiglia e ai colleghi del Commissariato di polizia di Viareggio per l’improvvisa scomparsa del sovrintendente Mirco Bellone, 48 anni da compiere ieri, originario di Caserta, ma da tanti anni a Viareggio. Bellone, oltre la moglie Barbara, lascia i figli Samuele di 10 anni, che gioca nelle giovanili del Viareggio calcio e Desiree, di 5 anni. Da due mesi, il sovrintendente era stato destinato al posto fisso dell’ospedale Versilia, dopo una vita trascorsa a bordo delle Volanti, membro della “Squadra Hollywood”.
Il dottor Daniele Taccola, dell’ospedale Versilia, si è unito ai tanti che in queste ore hanno voluto lasciare un proprio ricordo e lo ha fatto raccontando un fatto avvenuto di recente: «Pochi giorni fa, Mirco mi aveva aiutato a ritrovare il violino che un paziente aveva perso in Pronto soccorso prima del ricovero. Aveva cose ben più importanti e pressanti da fare , come controllare una utenza in ospedale sempre più spesso incivile e aggressiva. Insomma, proteggere chi cerca di salvare vite. Eppure, in pochi minuti, aveva risolto una situazione quasi surreale, ma che aveva messo in crisi una persona fragile. “Dottore”, così mi aveva detto, “quando possiamo fare del bene, perché non farlo?”. Parole semplici e sconfortanti se si pensa a cosa il destino gli aveva riservato. Riposa in pace, in questo mondo che non ha capo né coda, mi hai lasciato un bel ricordo. Di grande cuore».
C’è chi lo vuole ricordare come un babbo esemplare, una persona sempre con una parola gentile, la cui perdita ha causato «un dispiacere enorme».
«Mirco era una bella persona», ricorda il collega Roby Paglianti: «Bastava vederlo per cominciare a sorridere».
Increduli anche i compagni con i quali condivideva la passione del calcio: «Martedì sera l’ultima volta con noi del “Sigiocasempre Sigiocatutti”. «Siamo tutti sconvolti e affranti», dice Roberto Gasperini: «Mi rimarrà sempre impresso il tuo modo di chiamarmi “Robberto”, era inconfondibile con quell’accento un po’ del Sud. Buon viaggio, Mirco».