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Maltempo in Versilia, i balneari furiosi: danni ingenti e tra pochi mesi ci mandano all’asta

di Matteo Tuccini
Maltempo in Versilia, i balneari furiosi: danni ingenti e tra pochi mesi ci mandano all’asta

Dai 10mila ai 50mila euro a stabilimento: braccio di ferro con le assicurazioni. «Coperti solo se si dichiara lo stato di emergenza. Mentre la Bolkestein incombe»

06 novembre 2023
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VIAREGGIO. L’acqua, com’è nella sua natura, è entrata ovunque. Ha rovinato gli impianti elettrici, scrostato intonaci e pitture, sabotato le piscine. Ha portato via mobili, schiacciandoli verso l’alto, e reso inservibili attrezzature ed elettrodomestici.

Luca Lippi, titolare del bagno Il Sole, è alle prese come tanti colleghi della Passeggiata con le conseguenze della mareggiata. Nel suo caso la conta dei danni ammonta a 50mila euro circa, «ma non sono il solo – spiega – Io credo che tanti stabilimenti abbiano avuto conseguenze simili. D’altra parte il mare, con l’acqua salata, ti lascia questa eredità: di fatto ti rende inservibile tutto quello che tocca. A partire dai quadri elettrici: ricostruirli è una vera scocciatura. Ovviamente da buttare elettrodomestici, mobili, apparecchiature: tutto fuori uso». Lippi, al pari degli altri, ha parlato con la compagnia d’assicurazione: «Ma sappiamo già che non coprirà i danni – dice – A questo punto mi aspetto, mi sembra il minimo, che anche la nostra zona venga inclusa tra quelle più colpite. Perché venga dichiarato lo stato di calamità. Massimo rispetto per chi ha avuto vittime e ha pieno diritto a vedersi riconosciuto ciò che è stato perduto; ma anche noi abbiamo avuto i nostri danni».

Nella “pancia” dei balneari, che è sempre abbastanza in ebollizione, pesa il malumore di essere in questa situazione a pochi mesi dalla scadenza delle concessioni. Com’è noto, il 31 dicembre – quindi tra meno di due mesi – i titoli in mano a chi gestisce le spiagge non saranno più validi. Un bel paradosso: bisogna riparare i guasti fatti dal maltempo, senza sapere se la prossima stagione saranno loro a mandare avanti lo stabilimento. Perché incombono le cosiddette “aste” previste dalla direttiva Bolkestein. «È un pensiero che c’è e fa rabbia – prosegue Lippi – Non tanto, e non solo, per i soldi che dovremo tirare fuori per rimettere a posto i bagni. Quanto per l’incertezza che accompagna da anni le nostre attività. Viviamo una situazione paradossale, e devo dire che molti colleghi come me la vivono male. D’altro canto, siamo tutti impegnati a rimediare e a rimetterci in pista prima possibile. Ma chiedo: con eventi simili sempre più frequenti, i balneari sono davvero inutili?».

Anche Francesco Giannerini, presidente della Confesercenti di zona e titolare del bagno Città giardino, è tra i balneari che stanno facendo i conti con la mareggiata. «Per quanto mi riguarda – spiega – siamo tra i 10mila e i 20mila euro di danni, tenuto conto di tutto. Ma credo siano corrette le stime che si stanno facendo in questi giorni: ci sono stabilimenti che hanno subito perdite intorno ai 50mila euro, e forse anche oltre. Le assicurazioni? Tutti le hanno contattate, e penso che quasi tutti si sono sentiti rispondere picche. Per rientrare in parte di quanto perduto dovranno esserci i fondi garantiti alle zone considerate in stato di emergenza massima. Ma abbiamo avuto rassicurazioni da istituzioni e rappresentanti politici che sarà così». Sulla questione delle aste delle spiagge ormai prossime, o quantomeno incombenti, Giannerini la pensa in questo modo: «Abbiamo ancora speranza che questa eventualità venga allontanata, almeno di un anno (i Comuni stanno pensando di allungare le concessioni al 31 dicembre 2024, ndr). Non è il primo pensiero che deve turbarci, adesso. È chiaro, però, che il sistema turistico balneare va ripensato completamente. Serve un nuovo patto tra chi ha la proprietà del bene, lo Stato, e chi lo gestisce, noi. Un patto che si basi su regole chiare e fiducia reciproca».


 

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