Il caso erosione in Parlamento. «Attendiamo il rapporto tecnico»
Interrogazione al ministro dell’Ambiente di quattro parlamentari di Forza Italia. Il sottosegretario: ci esprimeremo quando riceveremo tutte le osservazioni
FORTE DEI MARMI. Approdano in Parlamento con un’interrogazione al ministro dell’Ambiente le preoccupazioni per l’erosione e il nuovo Piano del porto, a firma di alcuni onorevoli del centrodestra (i deputati di Forza Italia Chiara Tenerini, Piergiorgio Cortelazzi, Erica Mazzetti e Luca Squera) che chiedono quali iniziative di competenza intenda assumere il ministro. Nell’interrogazione a risposta immediata si sottolinea naturalmente come l’erosione costiera si sia sviluppata a partire dalla realizzazione del porto di Marina di Carrara negli anni’30, un fenomeno che ha toccato per prima l’adiacente Partaccia per poi scendere a Marina di Massa e toccare i Ronchi, Poveromo fino a Forte dei Marmi. L’interrogazione fa anche rilevare, ad esempio, come al Forte i rilievi batimetrici abbiano evidenziato come da una spiaggia di tipo dissipativo (l’energia del moto ondoso viene assorbita gradualmente e arriva alla battigia con bassa energia) documentata a inizio anni 2000 si sia passati a una spiaggia di tipo intermedio (il moto ondoso arriva con forte energia vicino a riva) , il tutto con gran preoccupazione di tutte le categorie economiche della costa. E oggi sarebbe in discussione un progetto di ampliamento del porto che comprende 50mila mq di lavori, una nuova banchina, l’allargamento di un’altra, il prolungamento della diga foranea, il raddoppio del piazzale Città di Massa. Progetto che al momento appare privo di misure di mitigazione dei rischi delle coste limitrofe.
A rispondere è stato il sottosegretario Vannia Gava che ha evidenziato sia come il porto di Carrara sia uno dei tre porti di interesse nazionale presenti in Toscana, con vocazione commerciale, e dai traffici commerciali in netto aumento e sia come lo scalo accolga sul piano turistico anche navi da crociera, grazie alla collocazione tra Versilia, Cinque Terre e città d’arte toscane. «Tuttavia – ha detto Gava – qualsiasi considerazione di natura economica o occupazionale non può prescindere dal rispetto dei parametri ambientali. Tutto ciò considerato, il Ministero è in attesa di ricevere dall’Autorità proponente il rapporto ambientale, sulla base del quale potrà esprimersi in merito, tenendo conto anche delle osservazioni che perverranno da enti coinvolti e pubblico»
«Una risposta – commenta la presidente dei Paladini Orietta Colacicco – che non tiene conto per il momento delle due economie, quella del porto e quella turistico balneare già fortemente penalizzata dall’erosione. A fronte della riduzione dei posti ombra si hanno infatti meno presenze negli alberghi e nei camping, meno pasti ai ristoranti, meno acquisti nelle attività commerciali, meno impiego degli artigiani, meno richiesta per gli affitti e gli acquisti delle case. Si tratta di un’economia turistico balneare fatta di 356 alberghi in Versilia e 100 fra Massa e Carrara, di 700 ristoranti e altrettanti caffè e bar, 500 stabilimenti balneari e centinaia di esercizi commerciali con 100mila occupati, e un fatturato annuo di oltre tre miliardi e mezzo di euro».