Alessio e il volo mortale in Versilia: «Ecco chi era mio fratello, semplicemente il migliore»
Le parole della sorella dell’imprenditore 46enne morto per la caduta dal tetto: «Era di una disponibilità rara»
PIETRASANTA. «Alessio era veramente il figlio e il fratello che tutti vorrebbero avere». Il giorno dopo la caduta dal capannone di un tetto che ha strappato alla vita Alessio Pellegrini a soli 46 anni, nato a Pietrasanta e residente a Camaiore, conosciuto in tutta la Versilia, è tutto ancora più terribile, confuso. Serena, sorella di Alessio, sussurra poche parole, quelle che si sente di potere dire in un momento in cui ogni incastro è doloroso.
«Ho letto il ricordo di Alessio fatto dagli amici sui giornali: c'è poco da aggiungere. È il suo ritratto. Era di una disponibilità rara».
Serena si interrompe, ogni istantanea riporta a quel volo da quasi dieci metri di altezza. Alessio Pellegrini, titolare di una ditta edile con sede a Capezzano Pianore, due giorni fa è morto a seguito di una caduta mentre stava eseguendo una manutenzione sulla copertura di un capannone della Savema. Una caduta adesso al vaglio, per la sua dinamica, dei soggetti preposti.econdo Asl e Carabinieri, Pellegrini era salito con un cestello sul tetto del capannone per eseguire l'intervento. «Sembra che il tetto si sia sfondato – si legge in una nota dell'Asl –. Dai primi rilievi degli operatori della Prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, l'uomo aveva la cintura, ma verosimilmente non ancorata».
Ricostruzioni parziali: le indagini, come da premessa, sono ancora in corso.
Il magistrato della procura di Lucca ha disposto al momento solo l’esame esterno sulla salma; soltanto se il medico legale lo riterrà opportuno, verrà poi eseguita l’autopsia. «Mio fratello era molto meticoloso, molto preciso. In particolare e soprattutto sul lavoro: questa è la verità ed è doveroso, a mio avviso, evidenziarla» ripete Serena Pellegrini. Un aspetto, quello della meticolosità e dell’estrema attenzione ai protocolli di sicurezza sul lavoro sottolineato anche dagli amici di Alessio Pellegrini, Che ancora ieri non riuscivano a capacitarsi di quel volo fatale.
«Stiamo attendendo una chiamata per sapere qualcosa: ad oggi non abbiamo idea di quando ci sarà restituito il nostro Alessio – sono le parole della sorella Serena –. Poi arriverà il momento di pensare a tutto il resto. Aspettiamo».
Fratello e sorella, per altro, condividevano un impegno nella vita di tutti i giorni. Impegno fuori dai contesti familiari e lavorativi che era poi quello di dare una mano concreta alla comunità di Sant’Anna di Stazzema: feste, iniziative, supporti organizzativi. Li chiamano “i ragazzi di Sant’Anna” e sono parte attiva di una comunità che, in segno di lutto per la tragedia di giovedì scorso, ha annullato la festa del paese in programma nella giornata di domani. Tutto cancellato nel ricordo di chi, con semplicità, senza ostentare, ma con il raro dono della concretezza, metteva a disposizione il proprio tempo e la propria competenza.
«Sì, Alessio faceva parte di questo gruppo. Si dava da fare con la sua praticità, per migliorare, per contribuire, per fare qualcosa per il paese. La disponibilità nei confronti degli altri era una prerogativa di mio fratello. Lui c'era sempre per gli altri», dice Serena. Poi non resta che il silenzio. E un dolore che non ha più parole.