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Scalano le Alpi Apuane da Vinca a Resceto in un solo giorno: «Vi racconto la nostra impresa»

di David De Filippi
Scalano le Alpi Apuane da Vinca a Resceto in un solo giorno: «Vi racconto la nostra impresa»

Super impresa di un viareggino e un carrarese: «Il nostro obiettivo era quello di raggruppare in un percorso le creste delle Alpi Apuane Settentrionali e di farlo in 24 ore»

28 settembre 2022
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VIAREGGIO. Hanno attraversato per intero tutte le Apuane settentrionali, concatenando le sue creste in un solo giorno. Non stiamo parlando di un record del Guinness dei Primati, ma dell’impresa personale che Massimiliano Ceragioli (di Viareggio) e Giacomo Tovani (di Carrara) hanno portato a termine domenica scorsa, per un’esperienza che anche sui social network ha ricevuto numerosi consensi.

Massimiliano (a destra nella foto) è un viareggino della Darsena: uno che sa bene cosa sia il mare e il profumo di salmastro e che, nonostante possa aver percorso il lungomare infinite volte, ha capito che le sue camminate sono più soddisfacenti, se fatte in salita. E così, complice un territorio che offre percorsi per tutti i gusti, ha lasciato da parte quelli pianeggianti, per inerpicarsi lungo le Apuane e forgiare su di esse la sua passione per l’alpinismo.

Amanti della montagna (lui e l’amico Tovani sono per altro entrambi tecnici del soccorso alpino nazionale) , hanno già avuto a che fare con altre attività non certo per tutti, quali sci-alpinismo, arrampicata, alpinismo in quota, cascate di ghiaccio: una passione no-limits, per mettere se stessi alla prova, ma con tanto allenamento e con la sicurezza dettata dalla professionalità.

«Il nostro obiettivo – ha raccontato Ceragioli al Tirreno – era quello di raggruppare in un percorso le creste delle Alpi Apuane Settentrionali e di farlo in un solo giorno. Parlo della cresta di Nattapiana, che porta sulla cima del pizzo D’uccello. E ancora: cresta Garnerone che se fatta integralmente porta alla cima del monte Grondilice e poi del Monte Contrario, del Monte Cavallo, per poi scendere e sbucare di fronte al bivacco Aronte».

Chiunque abbia mai percorso anche soltanto uno di questi itinerari sa bene quanto impegno fisico sia necessario. Anche per questo, l’impresa dei due giovani alpinisti appare ancora più straordinaria. Non si tratta insomma solo di portare nello zaino barrette corroboranti e liquidi, ma di avere nel fiato e nelle gambe quella preparazione atletica che è indispensabile per affrontare la montagna; e che solo chi ce l’ha può permettersi imprese di questa portata. Un mondo, del resto, quello dell’alpinismo, che non fa sconti e che necessita di tanta preparazione, quanto di determinazione. Ma che soprattutto ha bisogno di consapevolezza, perché la montagna non consente distrazioni o leggerezze.

«Il caldo non è stata l’unica difficoltà durante la preparazione – ha proseguito nel suo racconto Ceragioli – È stata dura anche solo far collimare i vari impegni e trovare il tempo per allenarsi in montagna. Ma per fare una cosa così, non si può improvvisare».

Così, dopo la sveglia all’alba delle 4,30 della domenica, i due hanno raggiunto Vinca, partendo col fresco.

La giornata è iniziata con entusiasmo, con la sensazione di non sentire la fatica. Che però poi arriva, a rendere il tutto ancora più soddisfacente. I due litri di acqua che hanno al seguito finiscono presto e così devono rifornirsi a Orto di Donna, per poi risalire al Passo delle Pecore.

«Abbiamo pensato anche di fermarci e di dire: “Ok, basta così. È già un bel risultato». Ma alla fine siamo andati avanti e dopo la cresta Botto, che indica la fine delle creste, lanciamo per l’ultima volta le corde per la discesa, fino al rifugio Aronte; da lì abbiamo dovuto raggiungere Resceto, per poi ricordarci che il riposo vero veniva ancora rimandato: rimaneva infatti la necessità di tornare a Vinca per riprendere le auto, dove le avevamo parcheggiate al mattino».

Nel paese massese di Resceto ci sono arrivati alle 21,30, quando le gocce di sudore si sono fuse con le lacrime di commozione dei due giovani, capaci di portare a termine un’impresa tanto soddisfacente, quanto indimenticabile.

Non resta dunque che attendere di poter raccontare la prossima avventura della coppia viareggino-apuana. l


 

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