Il Tirreno

Versilia

L'amarcord

Dai soldati “Buffalo” al Califfo, così a Viareggio è nato il mito di twist e rock alla Capannina

di Adolfo Lippi
Dai soldati “Buffalo” al Califfo, così a Viareggio è nato il mito di twist e rock alla Capannina

Per due anni fu anche il palcoscenico del Festival della canzone. Il locale è stato teatro di molti amori, quello sbocciato tra Stefania Sandrelli e Gino Paoli è il più famoso

10 settembre 2022
4 MINUTI DI LETTURA





VIAREGGIO. La Capannina al Marco Polo, il famoso locale dove nel dopo guerra rinacque la canzone italiana, riapre come ristorante. Sarà chiuso per mesi in occasione dei lavori di ristrutturazione. È stato tempio del ballo per generazioni di viareggini e vacanzieri, sarà di nuovo frequentabile, dicono i nuovi proprietari, anche per le danze; sebbene non siano più i tempi del tango o del twist e nei locali della Versilia dominino ormai i jockey e il suono spaccato.

La “Capannina” subito con la guerra, col passaggio del fronte dai tedeschi agli americani che li inseguivano, venne messa su dai soldati dalla divisione “Buffalo”, quasi tutti di colore, che lì ai margini della pineta fissarono il loro quartier generale in attesa che la brigata “giapponese” liberasse il Cinquale dai nazisti in fuga.

Durante l’accantonamento, mitizzati dal film “Tombolo paradiso nero”, i soldati americani dettero vita a un prorompente mercato nero. Dicono alcune epiche narrazioni che il conte Brunetto dell’Assassino, che poi sarebbe stato lo scopritore cinematografico delle sorelle Milo e di Stefania Sandrelli, intrattenesse rapporti commerciali con il colonnello della “Buffalo” al quale aveva promesso intere casse di whisky.

Il whisky lo fabbricarono poi, con sciroppo e altri ingredienti zuccherini, lo stesso Brunetti e, alcuni compagni del “Casablanca caffè”. Era stabilito che alla consegna delle cassette nessuno avrebbe assaggiato il liquore. Accadde invece che il colonnello, indispettito dal colore del whisky, aprisse una bottiglia, si attaccasse e ne inghiottisse una gran quantità. Divenendo grigio eppoi bianco da svenimento. .

Subito partiti gli americani la “Capannina” fu presa da un pratese, animatore di sale da ballo, assieme a un ragazzo di Altopascio, precisamente del “Marginone”, che era venuto a Viareggio al seguito dell’esercito alleato. Il ragazzo si chiamava Sergio Bernardini. Il pratese, Raffa, dette corda al socio che ebbe l’idea di tentare un festival della canzone italiana. Niente meno. Bernardini convinse all’impresa altri due spericolati amici suoi, il trombettista (eppoi giornalista di successo) Aldo Valleroni e lo scrittore Giancarlo Fuso che in quei tempi lì faceva il bodyguard al “Kursaal” gestito dalla mamma delle sorelle Milo.

Il terzetto inventò una prima edizione del festival e coinvolsero anche la Rai di Firenze con un presentatore come Amerigo Gomez. Per giorni un camioncino con altoparlanti girò e rigirò la riviera propagandando la manifestazione.

Accorse allora numerosa folla e siccome in “Capannina” non vi erano sedie bastevoli il trio chiese un prestito di sedie al curato della chiesa di San Paolino. Dopo due anni di successo Bernardini bussò alla porta dell’Azienda di Soggiorno per avere un finanziamento. Il direttore dell’Azienda, il marchese Bottini, rispose che la Versilia non aveva bisogno di canzoni. Preferì semmai spendere i soldi per una sfilata di cani. Allora siccome era passato da Viareggio un assessore di Sanremo, questi si interessò al festival, ne rubò l’idea, e la portò nella sua città. Dove tutt’ora si svolge divenendo storia.

Alla “Capannina” si continuò a ballare. Bernardini lasciò conquistato dalla “Bussola” Raffa ideò i concorsi di miss spiaggia. Decine di bellezze al bagno aderirono.

Tra costoro brillò per due edizioni la giovanissima Stefania Sandrelli che così ebbe modo di conoscere e innamorarsi di Gino Paoli. Il flirt tra i due divenne cosa serissima. Paoli era sentimentalmente legato ad Ornella Vanoni. La Sandrelli lo fece suo eppoi dalla loro unione sarebbe nata la figlia.

La “Capannina” divenne anche il regno indiscusso del rock and roll. Vi si esibirono Little Tony e Bobby Solo. Chi fece più conquiste di tutti fu però Franco Califano che con Raffa faceva sfida a chi ne avesse conquistate di più. I ragazzi portavano camicie a fiori, i belli di Viareggio erano l’avvocato Cesare Manfredi e Fabrizio Speciale, mentre per le “straniere” al Collegio Colombo se la battevano Beppe Biancalana e il “giornalista” Lanetti. Per le elezioni di miss una volta furono anche ingaggiati Leonida Repaci e il poeta Giuseppe Ungaretti. La “Capannina” diventò, dopo gli anni Ottanta, uno spazio per formidabili giocate e sala prove per le Feste della Canzonetta di Vittorio Cinquini e d Enrico Casani. Adesso si tornerà a ballare. l
 

Primo piano
Primo maggio

Tragedia alla sagra, muore soffocato da un boccone