Calcio: Serie A
Dieci anni senza Monicelli, ma Viareggio lo ha dimenticato
Il 29 novembre 2010 il suicidio del regista: nel 2016 l’annuncio del Comune (rimasto tale) di volergli dedicare la Terrazza della Repubblica
No, non era nato a Viareggio. Anche se lo ha sempre sostenuto. Fino a giurarlo. Fino a minacciare chi provava a metterlo in dubbio. Però Mario Monicelli era nato a Roma il 16 maggio 1915, proprio pochi giorni prima che l’Italia entrasse in guerra nel primo conflitto mondiale. E per di più da una famiglia proveniente da Ostiglia, in provincia di Mantova.
A Viareggio, la sua Viareggio, ha però trascorso gli anni più belli della sua adolescenza, ha mosso i primi passi da aspirante regista e - più o meno saltuariamente - ha continuato a frequentare per tutta la sua vita.
Ma, soprattutto, a Viareggio Mario Monicelli è in qualche modo sepolto. Già, perché come ha rivelato alcuni anni fa la moglie Chiara Rapaccini, ospite di Europacinema, Monicelli ha voluto che le sue ceneri fossero disperse in mare proprio di fronte alla sua Viareggio. Un desiderio che ha espresso assai prima di suicidarsi il 29 novembre del 2010. Dieci anni fa.
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Insomma, Mario Monicelli ha voluto adottare Viareggio fino a farne - in una sorta di finzione cinematografica - la sua città natale. Un motivo di orgoglio, per una città che fino a pochi anni fa - con le sue numerose sale cinematografiche, i suoi festival, i tanti film girati in città - poteva considerarsi una “capitale di provincia” del cinema italiano (e a cui ha regalato un’altra preziosa gemma come Stefania Sandrelli).
Viareggio, però, non ha saputo ricambiare tanto amore. Il decennale della scomparsa trascorrerà senza che la città - almeno quella istituzionale - celebri uno dei geni più alti del cinema (e non si dia la colpa soltanto al Covid...).
Nel 2016 l’amministrazione comunale già guidata dal sindaco Giorgio Del Ghingaro annunciò l’intenzione di voler intitolare al regista un luogo iconico della città come la Terrazza della Repubblica, che già all’epoca era in odore di ristrutturazione. Un annuncio che - come (al momento) i lavori di rifacimento della “passeggiata rialzata” di Città Giardino - è rimasto tale. Anzi, lo scorso anno il nome di Monicelli è stato candidato a ribattezzare la (brutta) rotonda ai piedi del vecchio cavalcavia, di fronte alla ex Salov e circondata dai distributori di benzina. Una retrocessione vera e propria che speriamo non si concretizzi.
Così, a ricordarlo davvero in città, ci ha pensato soltanto la proprietà del cinema Centrale, che gli ha intitolato, con tanto di lapide che si affaccia sulla via Cesare Battisti, la sala che Mario frequentava da ragazzino e che in passato ha difeso quando fu costretta a chiudere.
Inutile dire che altre città (basti pensare a Rimini con Federico Fellini) gli avrebbero certamente riservato un trattamento diverso, valorizzandone la memoria. Firenze, ad esempio, gli ha intitolato una delle strade del centro storico in cui è stato ambientato «Amici miei». Noi non ci siamo ancora riusciti... —
