Il Tirreno

Versilia

Stop a cibi e bevande nei circoli privati: mazzata per decine di attività

Matteo Tuccini
La preparazione dei tordelli al Cro di Valdicastello
La preparazione dei tordelli al Cro di Valdicastello

La Corte di Cassazione: non possono fare come bar e ristoranti. I Cro della Versilia: siamo preoccupati, è un modo per sopravvivere

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VIAREGGIO. Il caffè, la spuma o il tordello non devono più essere il business del circolino. Altrimenti diventa un bar o un ristorante. E deve pagare le tasse come pubblico esercizio, per non parlare delle norme igienico-sanitarie da rispettare. È la Corte di Cassazione, con una sentenza di alcuni giorni fa, a mettere la parola fine su cibi e bevande nei circoli privati. Anche fornirli ai soci – oggi l’unica strada consentita – sarà vietato, se fatto a scopo di lucro.

Soddisfatti i ristoratori e le associazioni di categoria, un po’ meno le decine di circoli privati in Versilia. Tra cui spiccano i Cro, molti dei quali sono avvezzi a cene sociali e a servizio bar per autofinanziarsi. «Qua si rischia di chiudere bottega», dicono.

I circoli ricreativi operai sono una tradizione di Viareggio e della Versilia: dal Cro Darsene ai Cro di Valdicastello, Solaio e così via, sono tutti centri di aggregazione che portano avanti iniziative culturali e sociali. A cui accompagnano anche un’attività di ristorazione ovviamente riservata ai soci, con lo scopo di mandare avanti il circolo.

«Noi siamo un punto di riferimento nel nostro paese – afferma Filippo Fambrini, presidente del circolo Arci di Valdicastello – Siamo tutti volontari che hanno l’obiettivo di tenere unita la comunità e fare aggregazione. Anche tramite cene sociali, o pranzi del 1º maggio. Sono iniziative grazie alle quali andiamo avanti, chiedendo un contributo tutto sommato contenuto. È chiaro che una sentenza come questa ci preoccupa». Sentimento identico al Cro di Solaio: qui il tordello preparato artigianalmente e da mangiare in compagnia, come a Valdicastello e altrove, è una bandiera mai ammainata. «Tutto quello che facciamo – spiega Mario Baldi del Cro di Solaio – è riservato ai soci, nel rispetto delle regole. Ma se ci dovessero togliere questa attività per noi sarebbe un guaio. Andremmo in grande difficoltà».


I ristoratori accolgono con favore la sentenza della Cassazione, con alcuni distinguo. «Ci sono circoli privati – afferma Esmeralda Giampaoli, presidente di Confesercenti Lucca Versilia – che esagerano. Fanno feste di matrimonio, pranzi di Pasqua e Natale. Questa cosa deve finire e una sentenza del genere non può che fa piacere ai mille ristoranti della Versilia, che pagano le tasse e rispettano le norme. Al tempo stesso non vorremmo che si andasse a penalizzare chi fa aggregazione nei paesi e nelle comunità. Al circolo la decisione - conclude Giampaoli - O resta così, e allora deve trovare altre fonti di sopravvivenza; oppure diventa un bar o un ristorante perché quella è la sua attività prevalente. A quel punto fa il percorso che la legge prevede, con il rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza».


 

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