PROTAGONISTI - LA SCOMPARSA DI PUCCI
E' morto Rolando, il re della notte
Aronne Angelici
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VIAREGGIO. E’ morto Rolando Pucci, grande barman, testimone e protagonista della Versilia Anni Ruggenti. Aveva 74 anni. Lascia nel dolore la moglie Mirella, i figli Ansia e Andrea e uno stuolo di amici, i suoi clienti, diverse generazioni che lo hanno, ricambiati, sempre amato. I funerali si svolgeranno oggi alle 15 alla chiesa del Buon Consiglio al quartiere Terminetto. Viareggino anomalo, una mosca bianca, Rolando Pucci. Intanto - e ditemi voi se non è raro su questa costa - amava follemente lavorare. Amava il suo lavoro di barman. Stava in piedi a nottate intere, poche ore di sonno e già era lì che fremeva per tornare al suo posto di comando, dietro il banco, tra bottiglie mai in ordine casuale il secchiello del ghiaccio sempre pieno
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Viareggino anomalo, una mosca bianca, Rolando Pucci. Intanto - e ditemi voi se non è raro su questa costa - amava follemente lavorare. Amava il suo lavoro di barman. Stava in piedi a nottate intere, poche ore di sonno e già era lì che fremeva per tornare al suo posto di comando, dietro il banco, tra bottiglie mai in ordine casuale il secchiello del ghiaccio sempre pieno. Il giorno di chiusura del locale, era un piccolo dramma: bisogna per forza portarlo a prendere l'aperitivo. Pagava sempre lui.
E poi, udite udite, amava anche i clienti. Macchè clienti, gli amici: anche se lui, vecchia scuola, non osava mai il tu per primo. Il tu però è nelle cose quando ci siede al bancone di un bar, quando l'ambiente è giusto, quando sorseggi un cocktail fatto come si deve. «Un rabbocchino, Rolando per favore». Il rabbocchino l'aveva inventato lui: non doveva essere un bis o un tris ma un dito di liquido, giusto per mandar giù l'ultimo pezzo di tartina. In verità, non era mai un dito e nemmeno l'ultimo: il bello era proprio questo.
Di cantori, anzi di protagonisti, della Versilia anni ruggenti, quella mitizzata dall'amico Aldo Valleroni, ahinoi ce ne sono rimasti ben pochi a giro. Rolando Pucci era uno di questi. Lui c'era ad ascoltare, a far da spalla, a confessare (inevitabile al bar) tanti personaggi famosi, artisti e imprenditori, che negli anni '60 animavano le notti della Versilia e la sua spiaggia. Ed è stato testimone oculare di nascite di amori e di furibonde separazioni, di liti e di riappacificazioni, di sbruffonate e di gesti signorili, e persino di affari. Magari di calcio. Quando sulla veranda del Lidino, il bagno dove Repaci aveva inventato il Premio Viareggio, scendeva il commendator Angelo Moratti (praticamente cento metri dalla sua villa) c'era un via vai di procuratori. «Un gran signore Moratti. E sulla nostra spiaggia ha fatto acquisti importanti per la sua Inter», ricordava Rolando.
Il Lidino dei Barsanti è stata una tappa importante per Rolando, arrivata dopo la grande esperienza al vicino Principe di Piemonte dove al bar regnava Renzo Sacchetti. Quasi quanto l'avventura del Santa Monica, il galeone ormeggiato alla Madonnina, trasformato da Rolando in ristorante american bar. Nave poi andata distrutta in un incendio. I locali toccati da Rolando? Urgono le Pagine Gialle. Dal Casablanca, al Fanatiko, mitici gli anni al New York. E poi direttore alla Canniccia dei Galeotti, dietro il banco al Bar Fulvio, al bagno Alhoa... Mi viene in mente anche il Siroco al Bagno Genova, ma la memoria, lo confesso, in questo momento di dolore è poco lucida. Tanti locali, un uomo solo al comando, Rolando Pucci. Amava i clienti come non mai, li coccolava e questi ricambiavano. Non si diceva mai "vado a prendere l'aperitivo al..."; si diceva, invece, "ci si vede da Rolando". E se Rolando cambiava aria anche la truppa cambiava locale. Troppo forte il legame con l'uomo, con l'amico, con il confessore della notte. L'uomo dalla memoria fotografica: si ricordava di tutti, anche a distanza di anni, e di tutti ricordava abitudini, vezzi e vizi. Con Rolando, James Bond sarebbe andato a nozze. Entri nel locale e nel tempo che arrivi al banco c'è già il bicchiere pronto, quello giusto. Un professionista come pochi, talvolta primadonna proprio per questo e non facile ai compromessi.
L'ultima sua avventura è in famiglia. Sì, tutti uniti al bagno Florida davanti al Royal: la moglie Mirella (che cuoca) ai fornelli, in sala i figli Ansia e Andrea. Rolando ovviamente al bar e a far da anfitrione. Col sorriso di sempre. Quello che (insieme al sapore dei suoi immortali Martini) non scorderemo mai.
E poi, udite udite, amava anche i clienti. Macchè clienti, gli amici: anche se lui, vecchia scuola, non osava mai il tu per primo. Il tu però è nelle cose quando ci siede al bancone di un bar, quando l'ambiente è giusto, quando sorseggi un cocktail fatto come si deve. «Un rabbocchino, Rolando per favore». Il rabbocchino l'aveva inventato lui: non doveva essere un bis o un tris ma un dito di liquido, giusto per mandar giù l'ultimo pezzo di tartina. In verità, non era mai un dito e nemmeno l'ultimo: il bello era proprio questo.
Di cantori, anzi di protagonisti, della Versilia anni ruggenti, quella mitizzata dall'amico Aldo Valleroni, ahinoi ce ne sono rimasti ben pochi a giro. Rolando Pucci era uno di questi. Lui c'era ad ascoltare, a far da spalla, a confessare (inevitabile al bar) tanti personaggi famosi, artisti e imprenditori, che negli anni '60 animavano le notti della Versilia e la sua spiaggia. Ed è stato testimone oculare di nascite di amori e di furibonde separazioni, di liti e di riappacificazioni, di sbruffonate e di gesti signorili, e persino di affari. Magari di calcio. Quando sulla veranda del Lidino, il bagno dove Repaci aveva inventato il Premio Viareggio, scendeva il commendator Angelo Moratti (praticamente cento metri dalla sua villa) c'era un via vai di procuratori. «Un gran signore Moratti. E sulla nostra spiaggia ha fatto acquisti importanti per la sua Inter», ricordava Rolando.
Il Lidino dei Barsanti è stata una tappa importante per Rolando, arrivata dopo la grande esperienza al vicino Principe di Piemonte dove al bar regnava Renzo Sacchetti. Quasi quanto l'avventura del Santa Monica, il galeone ormeggiato alla Madonnina, trasformato da Rolando in ristorante american bar. Nave poi andata distrutta in un incendio. I locali toccati da Rolando? Urgono le Pagine Gialle. Dal Casablanca, al Fanatiko, mitici gli anni al New York. E poi direttore alla Canniccia dei Galeotti, dietro il banco al Bar Fulvio, al bagno Alhoa... Mi viene in mente anche il Siroco al Bagno Genova, ma la memoria, lo confesso, in questo momento di dolore è poco lucida. Tanti locali, un uomo solo al comando, Rolando Pucci. Amava i clienti come non mai, li coccolava e questi ricambiavano. Non si diceva mai "vado a prendere l'aperitivo al..."; si diceva, invece, "ci si vede da Rolando". E se Rolando cambiava aria anche la truppa cambiava locale. Troppo forte il legame con l'uomo, con l'amico, con il confessore della notte. L'uomo dalla memoria fotografica: si ricordava di tutti, anche a distanza di anni, e di tutti ricordava abitudini, vezzi e vizi. Con Rolando, James Bond sarebbe andato a nozze. Entri nel locale e nel tempo che arrivi al banco c'è già il bicchiere pronto, quello giusto. Un professionista come pochi, talvolta primadonna proprio per questo e non facile ai compromessi.
L'ultima sua avventura è in famiglia. Sì, tutti uniti al bagno Florida davanti al Royal: la moglie Mirella (che cuoca) ai fornelli, in sala i figli Ansia e Andrea. Rolando ovviamente al bar e a far da anfitrione. Col sorriso di sempre. Quello che (insieme al sapore dei suoi immortali Martini) non scorderemo mai.