Rc Auto, stangata per l’assicurazione nel 2026: ecco chi rischia di pagare di più – Le cifre
La questione nasce da un’interpretazione del testo unico sui tributi erariali minori, approvato nel 2024 dal governo Meloni
Un emendamento alla legge di bilancio apre la strada a un aumento dell’aliquota dal 2,5% al 12,5%, con effetto retroattivo.
La proposta in manovra
Dal 2026 potrebbe cambiare radicalmente la tassazione sulle polizze contro gli infortuni in auto. Finora l’aliquota applicata è stata del 2,5%, la stessa prevista per le assicurazioni generiche sugli infortuni. Ma un emendamento presentato da Fratelli d’Italia, a prima firma della senatrice Nocco, propone di portarla al 12,5%, cioè la stessa imposta già in vigore per l’RC Auto.
Il nodo normativo
La questione nasce da un’interpretazione del testo unico sui tributi erariali minori, approvato nel 2024 dal governo Meloni. La norma stabilisce che l’aliquota del 12,5% si applichi non solo alle polizze RC Auto, ma anche alle assicurazioni per “altri rischi inerenti al veicolo o al natante”. Da decenni si discute se le coperture sugli infortuni del conducente rientrino in questa categoria o vadano trattate come polizze infortuni generiche.
Un chiarimento che pesa sui clienti
L’emendamento di FdI chiarisce che anche il rischio infortunio del conducente è da considerarsi collegato al veicolo, e quindi soggetto all’aliquota più alta. Una scelta che potrebbe avere conseguenze pesanti per gli assicurati.
Quanto costerà
Secondo le stime del centrodestra, l’aumento garantirebbe allo Stato circa 100 milioni di euro di entrate aggiuntive ogni anno. Ma la novità non si fermerebbe qui: la misura potrebbe essere applicata anche retroattivamente, fino a dieci anni indietro, con un gettito complessivo stimato in un miliardo di euro.
La procedura di regolarizzazione
Chi negli anni passati ha versato il 2,5% invece del 12,5% dovrebbe mettersi in regola comunicando la propria posizione all’Agenzia delle Entrate entro il 31 maggio 2026 e pagando la differenza entro il 16 novembre, in un’unica soluzione o in tre rate annuali.
Un dibattito che dura da oltre 40 anni
La disputa sulla tassazione delle polizze infortuni auto non è nuova. Già nel 1983 il ministero delle Finanze aveva dato ragione alle compagnie, consentendo l’applicazione dell’imposta più bassa. Negli ultimi anni, però, l’Agenzia delle Entrate ha avviato accertamenti sui versamenti, rimettendo in discussione quell’interpretazione. Ora la manovra 2026 potrebbe chiudere definitivamente la partita, con un impatto diretto sulle tasche degli automobilisti.
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