Comunicato sindacale
L’assemblea dei redattori del Tirreno all'unanimità con 41 voti su 41 presenti ha deliberato lo sciopero degli straordinari per la giornata di oggi 22 ottobre 2025, come previsto dallo stato di agitazione votato in data 11 ottobre, anch'esso all'unanimità.
I giornalisti del Tirreno hanno quindi lavorato regolarmente per almeno 7 ore e mezzo come prevede il contratto (36 ore settimanali su 5 giorni) senza riuscire a completare il giornale, a dimostrazione di quanto avviene quotidianamente, ovvero la necessità di due-tre ore di straordinari a testa per completare la produzione delle pagine. Straordinari che peraltro mai vengono retribuiti dall'azienda. In questo senso è bene precisare che l'orario di entrata al lavoro è fissato da anni alle ore 10 con la riunione di redazione e il lavoro dei giornalisti inizia già prima con la ricerca delle notizie e non con il log-in nel sistema editoriale che rappresenta solo una parte del lavoro dei redattori, che non sono impiegati né hanno il cartellino.
La decisione dello sciopero degli straordinari è stata presa a seguito dei sorprendenti contenuti della nota diffusa da Gruppo Sae e Sae Toscana con la quale è stato annunciato il provvedimento disciplinare di sospensione per più giorni ad un membro del comitato di redazione (comunicato contemporaneamente alla diffusione della nota sulla Pec del collega) dopo l'avvio di un procedimento disciplinare per un'azione svolta nelle vesti di sindacalista durante attività esclusivamente sindacale.
Nella stessa nota Gruppo Sae e Sae Toscana hanno annunciato una riorganizzazione dell'assetto del giornale e il contestuale lancio di una nuova testata, Paese Sera, in abbinamento col Tirreno, notizie ancora non note e mai discusse a un tavolo ufficiale con i rappresentanti sindacali, in violazione ancora una volta dell'articolo 34 del contratto di lavoro che prevede comunicazioni precise e formali di questi argomenti. Lo stesso direttore in una call col cdr avvenuta alle ore 15.30 ha fatto sapere di non essere a conoscenza di questo piano.
Tutto questo avviene nonostante nei giorni scorsi il comitato di redazione avesse tentato un approccio assolutamente informale e costruttivo con l’azienda per riaprire un canale di dialogo. Il Cdr e l’azienda si erano impegnati a congelare qualsiasi decisione e a sedersi a un tavolo istituzionale. Era la precondizione per superare tensioni prodotte dalle continue provocazioni: violazione delle regole sindacali (certificata, peraltro, anche da una sentenza del tribunale di Livorno), continui atteggiamenti denigratori dei manager nei confronti delle giornaliste e dei giornalisti e della rappresentanza sindacale, forzature inaccettabili. Ebbene, questo canale di dialogo è nuovamente naufragato con il comunicato di oggi di Sae e Sae Toscana e con il provvedimento disciplinare, che hanno colto di sorpresa giornaliste e giornalisti de Il Tirreno, il comitato di redazione e quanti si erano impegnati nelle ultime ore per provare ad avviare un rapporto sindacale disteso e propositivo.
L'assemblea all'unanimità ha condannato la decisione della sanzione disciplinare al collega sindacalista, ritenuta vessatoria, ritorsiva e intimidatoria nei confronti di tutto il corpo redazionale e della rappresentanza sindacale.
L'assemblea ha anche espresso nuovamente le sue fortissime preoccupazioni rispetto ad un piano di ristrutturazione che vedrebbe ridurre ulteriormente il perimetro del giornale e un progressivo abbandono dei territori, da sempre la vera forza d'identità del Tirreno.
Allo stesso tempo l'operazione Paese Sera è ritenuta all'unanimità dei giornalisti un pericoloso salto nel vuoto che metterà a repentaglio la tenuta economica del Tirreno già ora in difficoltà e i posti di lavoro. In un periodo di grave e nota crisi dell'editoria col crollo delle copie cartacee e di incertezza nel futuro dovuta all'avvento dell'intelligenza artificiale per il digitale, Gruppo Sae e Sae Toscana pensano di poter realizzare un quotidiano nazionale da Livorno, da una redazione che da anni è costretta a fare a meno anche dell'Ansa.
A fronte del provvedimento e degli annunci fatti da Sae, l'Associazione Stampa Toscana ha annunciato di voler procedere, col sostegno dell'assemblea e del comitato di redazione, al ricorso rispetto al provvedimento disciplinare nei confronti del sindacalista e al reclamo rispetto a una parte della sentenza del tribunale del lavoro di Livorno, nello specifico sulla chiusura della redazione di Viareggio, avvenuta contro il piano presentato al ministero del lavoro lo scorso marzo e senza rispettare le procedure sindacali previste dal contratto di lavoro. Riscontrando un comportamento antisindacale anche nella comunicazione di Sae relativa alla riorganizzazione del Tirreno e al lancio di Paese Sera, annunciato con un comunicato stampa senza passare da un confronto formale con la rappresentanza sindacale.
Le giornaliste e i giornalisti del Tirreno continueranno lo stato di agitazione in corso che prevede tra l'altro il blocco di tutti gli inserti fino a quando non saranno ristabilite corrette relazioni sindacali e sarà riconosciuto il carico di lavoro che quotidianamente cade sulle spalle della redazione, oberata da cinque anni di pesante cassa integrazione iniziata con l'avvento di Sae a fronte di nessun vero investimento né di alcun piano di rilancio.
L'assemblea all'unanimità ritiene che per garantire un futuro alla testata, la tenuta occupazionale e una voce di informazione libera sul territorio della Toscana occidentale e centrale, Gruppo Sae e Sae Toscana debbano iniziare a pensare ad una cessione del giornale anche con il supporto delle istituzioni del territorio.
L’assemblea dei redattori del Tirreno
Il comitato di redazione del Tirreno
L’Associazione Stampa Toscana
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