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Meteo, per la Toscana il pericolo ha la forma di una “V”: perché il disastro all’Elba rischia di ripetersi in altre zone

di Tommaso Silvi

	Il disastro all'Elba
Il disastro all'Elba

L’analisi del Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia mette in luce il costante pericolo nubifragi: c’è una spiegazione precisa

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Martedì 9 e mercoledì 10 settembre la Toscana è stata colpita da una violenta ondata di maltempo, con forti piogge, allagamenti e criticità soprattutto sull’Isola d’Elba. Le precipitazioni intense hanno causato danni diffusi e un nuovo allarme per cittadini e agricoltori.

Il nubifragio record all’Isola d’Elba

Secondo l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), «nelle ultime ore un violento nubifragio ha colpito l’Isola d’Elba: a Portoferraio sono caduti 70 mm di pioggia in meno di un’ora. Per dare un’idea: è una quantità pari a quella che cade in un intero mese di settembre». Un fenomeno di questa intensità si spiega con la combinazione di un fronte instabile proveniente dal Nord Europa e l’aria molto calda e umida accumulata negli ultimi giorni, che ha generato un ciclone mediterraneo. Come spiegano gli esperti, «questo scenario può favorire lo sviluppo dei cosiddetti temporali a ‘V’ (V-shape): in questi sistemi i venti in quota spingono il temporale, mentre i venti al suolo lo bloccano, favorendo una continua rigenerazione delle celle temporalesche». Il risultato è che le piogge torrenziali si concentrano sulle stesse aree per molte ore consecutive, causando alluvioni lampo e frane.

La Toscana e il Lazio risultano tra le regioni più a rischio, con possibili accumuli di 150–200 millimetri di pioggia in poche ore, considerata la loro posizione vicina al mare e la facilità di essere raggiunte da correnti fresche da nord, che con il mare “caldo” creano un contrasto atmosferico capace di dare luogo a forti fenomeni temporaleschi. L’INGV sottolinea inoltre che «questi fenomeni aumenteranno la loro intensità a causa di un’atmosfera resa più calda e umida dal cambiamento climatico, che aumenta l’energia disponibile per eventi meteo estremi».

Danni e criticità

L’Isola d’Elba è stata duramente colpita: strade allagate, smottamenti e criticità nelle reti idriche e fognarie. A Portoferraio, le piogge hanno superato la soglia mensile prevista in meno di un’ora, provocando disagi alla circolazione e danni alle abitazioni. Non si tratta di un evento isolato: la Toscana ha già registrato quest’estate 13 violenti nubifragi, tra grandinate, tempeste di vento e piogge intense, che hanno interessato città come Carrara, con 166 millimetri di pioggia in sole 24 ore, e altre località costiere.

L’allarme di Coldiretti

Anche l’agricoltura è tra i settori più colpiti. Coldiretti Toscana segnala che «gli ultimi episodi hanno messo in ginocchio l’Isola d’Elba dove sono caduti oltre 150 mm di pioggia in poche ore, il secondo disastro in poche settimane dopo quello dello scorso 20 agosto». Le coltivazioni più vulnerabili sono l’uva, con la vendemmia dei bianchi e delle varietà precoci che procede a singhiozzo, e le olive, la cui raccolta inizierà tra fine settembre e inizio ottobre. Patate, mele e verdure estive sono anch’esse sotto stretta sorveglianza. Come spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana, «l’eccessiva presenza di acqua nel terreno potrebbe rendere più suscettibili i grappoli ad infezione ma anche abbassare il grado zuccherino che è determinante per l’identità dei nostri vini. L’attenzione è massima in vista della raccolta del sangiovese e dei vitigni rossi che costituiscono la base di Chianti, Montalcino, Montepulciano, Bolgheri». Coldiretti sottolinea che «l’agricoltura è il settore economico che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Servono investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, sistemi di irrigazione a basso consumo, ricerca e innovazione per coltivazioni resistenti».

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