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Irene e Tini, oltre le barriere: una ragazza speciale di 26 anni è diventata bagnina

di Martina Trivigno
Una bella foto di Irene e Tini sulla spiaggia (foto di Barbara Cardini)
Una bella foto di Irene e Tini sulla spiaggia (foto di Barbara Cardini)

Gennaro (Sics Toscana) «Così la Scuola promuove l’inclusione». «La presenza di un animale migliora il benessere psico-fisico»

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«Bisogna avere il coraggio di provare a superare i propri limiti per capire che in realtà i limiti non esistono. E questo Tini ed io lo abbiamo imparato insieme, sul campo, con la Sics». Irene Galli, 26 anni, vive a Calenzano (Firenze). Lavora, ama la musica e ballare proprio come tante coetanee. Lei è una ragazza speciale nata con un cromosoma 21 in più che non le ha impedito, però, di inseguire i suoi sogni e anche di realizzarli, diventando insieme alla sua cagnolina una bagnina.

Quella di Irene e Tini è la storia di due fragilità (ma soltanto all’apparenza) che hanno saputo trasformarsi in una forza potentissima e reciproca, capace di scardinare dubbi, paure e perfino gli stereotipi. Per poi dire alla fine: «Ce l’ho fatta». È questa la frase che ha pronunciato il giorno in cui le è stato consegnato il brevetto che certifica che lei è ufficialmente una bagnina della Sics Toscana, la Scuola italiana cani salvataggio.

Irene ricorda ancora la prima volta che ha incontrato Tini, una bellissima Labrador dal manto nero come l’ebano: occhi nocciola, meravigliosi, eppure così diffidenti. È stato così, parlando con i volontari del canile in cui si trovava, che Irene e la sua famiglia sono venuti a conoscenza della triste storia di quella cagnolona bella e triste di due anni. Era stata una fattrice, aveva avuto diverse gravidanze, di cui ancora portava i segni: i suoi denti erano consumati dal ferro, non sapeva stare seduta, era timorosa e impaurita. E allora tutto è iniziato, con tanta pazienza ma soprattutto forza di volontà: Irene entra in contatto con Salvo Gennaro, il responsabile toscano della Sics. È un attimo: il suo entusiasmo e la sua passione conquistano Irene che decide di provare a iniziare un percorso. «È stata un’esperienza bellissima e mi sono sentita fin da subito parte del gruppo – racconta la ragazza – . Abitiamo a Calenzano, mentre il centro d’addestramento è a Forte dei Marmi: soprattutto i mesi invernali sono stati duri perché l’addestramento richiedeva sforzi significativi. Ma non ho mai mollato e al mio fianco ho sempre avuto Tini. È stato un percorso graduale, bellissimo, intenso. Abbiamo capito che le difficoltà non ci spaventano e che i limiti, che esistono per ciascuno di noi, molto spesso sono messi dalla società per pregiudizio. E così non viene data neppure la possibilità di tentare».

Ed eccola Irene Galli con indosso la divisa bianca e arancione della squadra della Sics con la sua cagnolona Tini: insieme hanno partecipato a diverse manifestazioni, anche a favore della disabilità. E durante questo viaggio ci sono sempre stati gli istruttori della Scuola italiana cani salvataggio è sempre stata al suo fianco, accompagnandola e sostenendola. «La Sics Toscana da tempo promuove progetti legati all’inclusione – commenta il responsabile Salvo Gennaro – . La presenza di un cane, infatti, aiuta le persone più fragili a migliorare il benessere psicofisico e sociale, riducendo stress e ansia, aumentando l’autostima e la responsabilità, e promuovendo l’interazione sociale. Irene, con sindrome di Down, ne è l’esempio tangibile: con la sua caparbietà ha superato ogni difficoltà con a fianco la sua fedele Labrador Tini, anche lei con una brutta storia alle spalle. Celebrarla a conclusione del percorso davanti a tante autorità e al direttore marittimo per la Toscana della Guardia costiera, il contrammiraglio Giovanni Canu, ha reso tutto meraviglioso e riempito di orgoglio tutti i nostri istruttori».

Ora, già a settembre, Irene riprenderà ad allenarsi con Tini per abituarla a correre in acqua e fare così ulteriori progressi. Insieme hanno affrontato ostacoli, superato barriere, regalato sorrisi e dispensato gioia. E loro sono l’esempio più bello che la vera disabilità è soltanto negli occhi di chi guarda.


 

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