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Firenze e Pisa troppo care per i fuorisede, così l’università in Toscana rischia di perdere attrattiva

di Francesca Ferri
Firenze e Pisa troppo care per i fuorisede, così l’università in Toscana rischia di perdere attrattiva

Oltre 1.000 euro per un appartamentino e più di 600 euro per una singola

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Non è un Paese per studenti universitari fuorisede. In particolare per quelli che provengono da famiglie di reddito medio. E la Toscana turistica – che per la qualità degli atenei ha la capacità di attirare giovani da tutta Italia e dall’estero – ci mette del suo a complicare loro la vita.

Firenze è la seconda città universitaria più cara d’Italia per i monolocali, con un prezzo medio di 1.070 euro al mese, e la terza per le camere singole, con 606 euro in media al mese. Pisa è ottava in Italia per i monolocali, con una richiesta media di 857 euro al mese,mentre è un po’ più economica per le camere singole, dove si piazza al 21° posto con un prezzo medio comunque non da tutti avvicinabile di 328 euro dopo Siena, altro ateneo toscano. Nella città del Palio affittare una stanza costa 350 euro.

I valori sono quelli raccolti da Casa.it per quanto riguarda i monolocali, e da Immobiliare.it Insights, con HousingAnywhere, per le singole.

Monolocali

L’indagine di Casa.it è rivolta a sole 20 città universitarie (non compare ad esempio Siena). La più costosa per affittare un monolocale è Venezia, sede della prestigiosa Ca’ Foscari, con un prezzo medio di 1.404euro al mese. Al terzo posto dopo Firenze c’è Milano, a 1.064euro al mese e al quarto si colloca Roma, dove un monolocale costa in media 1.018 euro al mese. La città più conveniente? Messina, dove un fuorisede trova monolocali a 376 euro, la metà della media nazionale, che è 727,95 euro.

Camere singole

Il dettaglio delle camere singole è presto fatto: Firenze viene dopo Milano, dove una singola costa in media 732 euro al mese, e Bologna, 632 euro al mese, e prima di Roma, dove una singola si trova a 575 euro al mese in media. La media italiana è di 613 euro al mese.

Immobiliare.it riporta anche la variazione rispetto al 2024. Balza agli occhi il forte aumento di richieste su Siena, +40%, e su Firenze, +22%, e l’ancora più forte calo su Pisa, -51%, a fronte di un aumento dell’offerta di alloggi del 23%.

Merito, reddito, famiglia

La spesa per l’alloggio è forse quella più onerosa – oltre all’iscrizione, ai libri, ai pasti, ai trasporti e alle spese varie – per uno studente o una studentessa fuorisede. In particolare per chi proviene da una famiglia di reddito medio.

In Italia, infatti, il diritto all’alloggio viene garantito solo agli universitari e alle universitarie, meritevoli, che provengono da famiglie a basso reddito. Insomma, oltre a studiare con profitto, il requisito per avere un alloggio, e una borsa di studio, è di tipo economico.

Per il resto, ci si affida al libero mercato immobiliare. Che in città come Firenze si incontra, e scontra, con la concorrenza degli affitti brevi turistici, che fanno lievitare i prezzi.

Ne viene che chi ha alle spalle una famiglia abbiente, può permettersi la spesa. Chi è nella fascia media, invece, è svantaggiato. E magari deve accontentarsi di una catapecchia con muri ammuffiti, materassi vecchi, mobili riciclati: non proprio l’ambiente più confortevole per concentrarsi sullo studio. Sempre che la trovi.

«Ceto medio penalizzato»

«Una famiglia normale, di reddito medio o anche medio alto, se deve pagare mille euro al mese solo per l’alloggio di un figlio o di una figlia che studia in un’altra città, non ce la fa», dice Rodolfo Zanieri, responsabile toscano di Uniat della Uil, associazione per la tutela degli interessi nel campo di casa, locazione immobiliare e problemi dell’abitare.

«Io ho nipoti che hanno fatto la Bocconi a Milano e hanno svenato la famiglia, perché gli affitti sono insopportabili e intollerabili, anche quando ambedue i genitori lavorano. Prendiamo il caso che i genitori siano entrambi dipendenti pubblici: non possono sostenere questi costi», aggiunge.

La prima causa, spiega Zanieri, è la «speculazione pazzesca che c’è nel mercato immobiliare». Ma anche una visione miope da parte dello Stato. «Se si vuole far fare un salto di qualità alle università e dare un servizio alle famiglie normali è necessario che le università si dotino, come negli Stati Uniti, di campus per far dormire studenti, con la mensa e tutto. Il governo deve capire che la forza di una nazione è la sua istruzione. E invece ormai stanno distruggendo il ceto medio».

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