Italia
Pezzotto, migliaia di multe: nuova legge e sanzione fino a 16mila euro per chi lo utilizza
L’inasprimento delle sanzioni non è casuale: da un confronto diretto con la Lega Serie A, le emittenti televisive e la Guardia di Finanza è emerso che le sanzioni finora applicate sono troppo basse per costituire un reale deterrente
Negli ultimi anni, l’utilizzo di dispositivi illegali per l’accesso a contenuti streaming a pagamento — il cosiddetto “pezzotto” — è finito sempre più sotto la lente delle autorità. Questo sistema, che consente di vedere piattaforme televisive e on-demand a costi irrisori tramite fonti non autorizzate, ha alimentato un’economia parallela difficile da tracciare e ancor più da sradicare.
Le prime multe sono già realtà
A partire dal 2023, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha avviato un’intensa azione repressiva. L’obiettivo è duplice: colpire sia i fornitori del servizio illegale che gli utenti finali. Nei mesi scorsi sono state notificate le prime sanzioni a circa 2.200 utenti, con multe da 154 euro. In caso di recidiva, la cifra può salire fino a 5.000 euro. Ma non è tutto: si lavora per rendere le pene ancora più severe.
Una nuova proposta di legge triplica le sanzioni
A metà luglio è stata depositata in Parlamento una proposta di legge che prevede un deciso inasprimento delle multe per chi usufruisce di contenuti pirata. A firmarla sono stati tre deputati della maggioranza: Marco Osnato (Fratelli d’Italia), Luca Toccalini (Lega) e Federico Mollicone (FdI). Il nuovo testo prevede di portare la prima sanzione dagli attuali 154 euro a 500 euro. In caso di recidiva, invece, la sanzione lieviterebbe fino a oltre 16mila euro (per la precisione: 16.233,77 euro), con un moltiplicatore di circa 3,25 rispetto all'importo attuale. Il disegno di legge specifica inoltre che gli introiti derivanti da queste sanzioni più severe verrebbero destinati al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, contribuendo così a sostenere un settore danneggiato dalla pirateria.
L’obiettivo: scoraggiare chi cerca scorciatoie
L’inasprimento delle sanzioni non è casuale. Come ha spiegato Osnato in una recente intervista, la necessità di agire è emersa da un confronto diretto con la Lega Serie A, le emittenti televisive e la Guardia di Finanza. Il quadro che ne è emerso è chiaro: le sanzioni finora applicate sono troppo basse per costituire un reale deterrente. «Si è rivelato complicato agire con efficacia – ha detto Osnato – perché l’entità delle multe non scoraggiava chi decideva di usare il pezzotto. Per questo abbiamo deciso di intervenire, puntando su misure più incisive nei confronti dell’utente finale».