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Boom di nidi di tartaruga Caretta caretta, dove si trovano le nuove colonie

Boom di nidi di tartaruga Caretta caretta, dove si trovano le nuove colonie

L’aumento delle temperature e il cambiamento dei comportamenti di nidificazione stanno spingendo la tartaruga marina a esplorare nuovi litorali

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La tartaruga marina Caretta caretta sta esplorando nuovi siti dove deporre le uova. Un fenomeno in crescita che coinvolge Italia, Spagna e altri Paesi affacciati sul Mare Nostrum. E se fino a qualche decennio fa le tartarughe nidificavano quasi esclusivamente sulle coste orientali del Mediterraneo (come Grecia, Turchia e Cipro), oggi le nuove generazioni scelgono sempre di più le coste occidentali: in particolare, in Italia nel solo 2024, sono stati segnalati ben 601 nidi, il numero più alto di sempre. Fino a pochi anni fa erano infatti solo poche decine: 20 nel 2014, 30 nel 2015, 40 nel 2016, 50 nidi nel 2017 e così via per poi gradualmente passare a un incremento più repentino dal 2020 (80 nidi censiti) al 2021 (244 nidi).

Un'abitudine che si modifica

Un fenomeno dovuto perlopiù all’innalzamento delle temperature medie annuali nel bacino del Mediterraneo. Inoltre, come è noto, tendenzialmente le tartarughe marine tornano a nidificare negli stessi siti in cui sono nate (Relaxation of Nest-site Fidelity), eppure, evidentemente, questa abitudine sta cambiando.

Secondo i dati raccolti dal progetto europeo “Life Turtlenest”, coordinato da Legambiente e con la direzione scientifica della Stazione Zoologica di Napoli, la specie sta adottando comportamenti esplorativi più flessibili, come la Philopatry Relaxation, ovvero una minore rigidità nel ritorno ai siti di nascita per la deposizione. Questo comportamento facilita la colonizzazione di nuovi habitat e apre scenari inediti per la conservazione, poiché suggerisce un potenziale adattativo superiore a quanto precedentemente ipotizzato.

Dove si trovano i nidi

In Italia, questa crescita non riguarda soltanto la frequenza, ma anche la distribuzione geografica dei nidi, che si estende ormai dalle regioni meridionali fino a quelle settentrionali. Lazio, Toscana, Liguria e persino tratti meno noti del litorale adriatico stanno registrando tentativi di nidificazione che fino a pochi anni fa sarebbero stati impensabili.

Località come il Delta del Po o la Riviera ligure iniziano a comparire nei rapporti di monitoraggio, evidenziando come la specie stia esplorando e colonizzando ambienti nuovi.

In particolare, dei 601 nidi censiti nel 2024, 190 erano stati trovati in Sicilia, 147 in Calabria, 104 in Campania, 99 in Puglia, 24 in Toscana, 14 nel Lazio, 8 in Sardegna e 5 in Liguria).

Tuttavia, questa espansione geografica comporta nuove criticità gestionali, poiché molte delle spiagge interessate si trovano in aree densamente urbanizzate o soggette a forte pressione turistica. È quindi essenziale che la crescita della popolazione nidificante sia accompagnata da misure di protezione efficaci e sostenibili. 

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