Mutui, ecco quanto si risparmia con il calo dei tassi e il variabile
La Banca Centrale Europea ha invertito la rotta: ridurre il costo del denaro porta benefici anche nelle tasche delle famiglie che hanno comprato casa
Comprare casa o gestire un mutuo acceso negli ultimi anni è sembrato, a tratti, un viaggio nella giungla: tassi alle stelle, rate in salita, sigle da decifrare e il timore costante di aver fatto la scelta sbagliata. Ora però qualcosa sta cambiando.
Tassi in calo
Dopo un periodo di rialzi e incertezze, legati alla necessità di tenere a bada le forti spinte inflazionistiche che erodevano stipendi, salari e pensioni, la Banca Centrale Europea (Bce) ha invertito la rotta e i tassi d’interesse stanno finalmente scendendo. Vale quindi la pena fermarsi un attimo per capire davvero cosa sta succedendo e cosa può significare, concretamente, per le famiglie, i giovani e chi sogna una casa tutta sua.
Quarto taglio
Nei primi giorni di giugno, la Bce, infatti, ha deciso di tagliare i tassi di interesse per la quarta volta nel 2025, portando il tasso sui depositi al 2,00%, quello di rifinanziamento principale al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%. Una decisione presa dalla Bce Francoforte per rispondere al contesto di stagnazione economica che stanno vivendo i Paesi dell’Eurozona, causato dalle tensioni commerciali internazionali, in particolare a seguito dei dazi del presidente Donald Trump, che rallentano soprattutto il settore dei servizi.
Per chi ha un mutuo
Cosa cambia per chi ha un mutuo acceso per acquistare casa? Il taglio dei tassi si traduce in benefici concreti per chi ha un mutuo a tasso variabile o sta valutando di accenderne uno. Il Tan (Tasso annuo nominale) medio per i mutui variabili a 20 e 30 anni, dopo il taglio di giugno, è destinato a scendere dal 2,83% di maggio al 2,58%, ben 2 punti percentuali in meno rispetto a maggio 2024.
Gli esempi
Parlando concretamente di soldi, secondo gli esempi che sono stati elaborati per “Il Tirreno” dal sito specializzato MutuiOnline.it, per un mutuo da 140.000 euro a 20 anni, la rata mensile si riduce di circa 18 euro, passando da 765 a 747 euro, con un risparmio totale di oltre 4.100 euro sull’intera durata del mutuo. Rispetto a gennaio 2025, la rata è più leggera di 80 euro al mese, per un risparmio complessivo superiore a 19.000 euro, mentre rispetto a dodici mesi fa la differenza arriva a ben 159 euro mensili, pari a oltre 38.000 euro in meno di interessi totali. Prendiamo ora in considerazione l’ipotesi di un lavoratore di 40 anni che voglia accendere o ha già acceso un mutuo prima casa della durata di 20 anni. Su un importo da 150.000 euro, la rata mensile è scesa da 819,19 euro a 800,71 euro in un solo mese: quasi 19 euro in meno, oltre 220 euro l’anno. Su un mutuo da 180.000 euro, la riduzione è di circa 22 euro al mese passando da una rata di 983,03 euro a 960,86 euro con un risparmio annuale di 264 euro, mentre chi ha acceso un finanziamento da 200.000 euro risparmia oggi quasi 25 euro al mese passando da una rata di 1.092 euro a una di 1.067 euro, oltre 300 euro all’anno.
Tasso fisso
Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso (quelli in cui la rata non cambia rispetto alle oscillazioni del costo del denaro nel corso del tempo) non ci sono grosse differenze rispetto al passato: si mantengono stabili, con un Tan medio attorno al 2,99% a maggio 2025. Tornando all’esempio di prima, la rata per lo stesso mutuo di 140.000 euro a 20 anni è di circa 776 euro, quindi 29 euro in più al mese rispetto al tasso variabile. Sul totale del finanziamento, la spesa sarà di circa 6.800 euro superiore rispetto a un mutuo variabile aggiornato con gli ultimi tagli.
Fisso o variabile?
Capire se è meglio accendere un mutuo a tasso fisso o variabile non è facile. Tecnicamente, al momento, l’Euribor, indice di riferimento per i tassi variabili, è sceso sotto il 2%, livello più basso dal gennaio 2023, e si prevede che questa tendenza continui fino al primo trimestre del 2026, con possibili ulteriori ribassi per i mutui variabili. Al contrario, l’Irs (Indicatore dei tassi swap per mutui a tasso fisso) si attesta, ad oggi, tra il 2,65% e il 2,73%, valori abbastanza stabili negli ultimi mesi. Quindi ora sembrerebbe più opportuno un mutuo a tasso variabile, ma bisogna comunque avere prudenza perché le incognite sono sempre dietro l’angolo.
Cosa significa per famiglie e imprese
Il calo dei tassi rappresenta un’occasione importante per chi deve acquistare casa o desidera ridurre la rata del mutuo. Per le imprese, il costo più basso del denaro può incentivare investimenti e nuove assunzioni, contribuendo a contrastare la stagnazione economica. Per le persone, invece, pagare meno interessi sul mutuo significa maggior potere d’acquisto e una boccata d’ossigeno che può ridurre gli effetti negativi dell’inflazione (aumento dei prezzi) degli ultimi anni.
Guardando avanti con cautela
Nonostante i segnali positivi per i mutui, il quadro economico globale resta incerto. Le tensioni commerciali e le prospettive di crescita rallentata rendono necessaria una politica monetaria flessibile e attenta ai dati, pronta a intervenire in base all’evoluzione della situazione. In questo contesto, il momento è favorevole per valutare con attenzione le proprie scelte finanziarie, confrontando le offerte sul mercato e considerando sia la convenienza sia la sicurezza. Insomma, conviene comunque avere prudenza e tenere bene a mente che esistono delle incognite che possono cambiare la situazione da un momento all’altro.
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