Più tutele per gli animali in Italia, pene più dure e nuovi divieti: cosa rischia chi uccide o maltratta
Approvata in via definitiva la legge che riforma il Codice penale: più carcere per chi maltratta o uccide animali, stop ai combattimenti e nuove tutele per gli animali sequestrati. Un passo avanti nella tutela giuridica degli esseri senzienti
Pene più severe per chi commette reati contro gli animali e nuove tutele per i quattro zampe, prevedendo il divieto di tenere cani e altri animali d’affezione legati alla catena e anche di commercializzare pelli e pellicce di gatto domestico. Stop anche ai combattimenti clandestini. Sono alcune delle misure previste dal ddl di Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali' approvato ieri in via definitiva dal Senato. Il provvedimento, composto da 15 articoli, si inserisce nel solco della riforma dell’articolo 9 della Costituzione, che ha riconosciuto agli animali uno specifico valore giuridico, stabilendo l’obbligo per lo Stato di tutelarne il benessere.
Dagli “esseri da compatire” agli “esseri senzienti”: cambia il Codice penale
L’articolo 1 ridefinisce il titolo del IX-bis del Codice penale: non si tutela più semplicemente il “sentimento per gli animali”, ma direttamente gli animali stessi, come esseri senzienti. Si tratta di un cambio di paradigma culturale e giuridico, che si riflette in una serie di inasprimenti delle pene per i reati contro di loro.
Più carcere per chi organizza spettacoli violenti o combattimenti
L’articolo 2 modifica l’articolo 544-quater del Codice penale, aumentando le sanzioni pecuniarie per chi organizza spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie verso animali. Più dura anche la repressione dei combattimenti illegali tra animali: l’articolo 3 interviene sull’articolo 544-quinquies del Codice penale, portando la pena da due a quattro anni di reclusione per chi promuove o dirige questi eventi, e prevedendo aggravanti se sono coinvolti minori o armi, oppure se le scene sono diffuse online.
Maltrattamenti e uccisioni: pene più alte e aggravanti in caso di crudeltà
Anche le uccisioni e i maltrattamenti vengono puniti con maggiore severità. L’articolo 5 riscrive gli articoli 544-bis e 544-ter del Codice penale, prevedendo fino a quattro anni di carcere per chi cagiona la morte di un animale con crudeltà, e sanzioni più alte per l’uso di sevizie o sofferenze prolungate. Viene inoltre riformulato l’art. 638 del Codice penale, che ora prevede da uno a quattro anni di reclusione per chi danneggia o uccide tre o più animali altrui, e si alza la sanzione minima per l’abbandono (articolo 727 del Codice penale).
Sequestri e affidi definitivi: cambia la sorte degli animali vittime di reato
Particolare attenzione è dedicata anche al sequestro e alla confisca degli animali oggetto di reato. Con l’introduzione del nuovo articolo 260-bis del Codice di procedura penale (articolo 6 del disegno di legge), si regolamenta l’affidamento definitivo degli animali sequestrati alle associazioni autorizzate, con il versamento di una cauzione e la possibilità di variazione anagrafica in caso di cucciolate.
Il testo prevede poi il divieto di abbattimento o alienazione degli animali coinvolti in indagini penali, anche se non formalmente sequestrati, fino alla sentenza definitiva.