Il Tirreno

Toscana

L'incidente sul lavoro

Paolo Lambruschi morto in cava a Carrara: aperta un'inchiesta. Le ipotesi sulla dinamica e il dolore dei colleghi

di Giovanna Mezzana

	Il dumper su cui si trovava Paolo Lambruschi (foto in alto): il mezzo &egrave; volato per pi&ugrave; di cento metri in un ravaneto e per l&rsquo;uomo&nbsp;non c&rsquo;&egrave; stato nulla da fare (<em>foto Matelli</em>)
Il dumper su cui si trovava Paolo Lambruschi (foto in alto): il mezzo è volato per più di cento metri in un ravaneto e per l’uomo non c’è stato nulla da fare (foto Matelli)

Il dramma e la beffa: l’incidente nella Giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro. Il Primo Maggio avrebbe compiuto 59 anni

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CARRARA. Il Primo Maggio, Festa dei lavoratori, avrebbe compiuto 59 anni. Ha perso la vita tre giorni prima: sul lavoro. È il 28 aprile, ieri, il mondo celebra la giornata per la salute e la sicurezza in fabbrica e in miniera, nei cantieri edili e alle scrivanie, e la Toscana piange un morto: sul lavoro. È tragedia nelle cave di marmo di Carrara. Mentre è alla guida di un dumper – mezzo da cava, oltre 50 tonnellate di peso a carico vuoto, ruote “alte” un metro e 80 centimetri – Paolo Lambruschi, carrarese del paese di Miseglia, precipita lungo un ravaneto: così si chiama il bordo scosceso delle strade di arroccamento alle cave, lungo il quale – da millenni – si fanno scivolare giù i detriti dell’escavazione. Un volo di almeno un centinaio di metri.

La geografia

Siamo sui monti di Carrara, nella cava numero 150 che si chiama Fossa Ficola e che “sventra” la montagna nel pittoresco bacino di Fantiscritti, sotto al quale, scendendo di qualche tornante a valle, ci sono i Ponti di Vara, la “cartolina di Carrara”. Sono le 8. Paolo Lambruschi, dipendente di lungo corso della Cooperativa Canalgrande – una delle tre storiche cooperative di cavatori insieme alle coop Lorano e Gioia, circa 200 in tutto i dipendenti delle tre imprese – sta guidando un dumper. È la sua specializzazione, quello lui fa in cava: movimenta il “pietrame” più grosso, le cosiddette “scaglie” di marmo, rifiuti dell’escavazione. Si sta arrampicando su una strada di cava: la pendenza è notevole, questi percorsi sono ripidissimi ma sono così da sempre, da quando i Romani cavavano marmi. Da qui in poi c’è il racconto – a caldo – di chi ha visto.

I testimoni

Lambruschi è sulla “Cima di Canalgrande”. Sta per “svalicare” il confine tra una cava e un’altra. Succede qualcosa. Dalla cava battezzata Gli Scaloni – che per posizione sul versante del monte “guarda” la cava Fossa Ficola – c’è chi vede il mezzo-bisonte arancione precipitare giù. Si ribalta più volte. Supera un tornante e poi un altro. Si sganciano due ruote e il cassone-ribaltabile che – alla fine – atterra rovinosamente e si ferma in bilico sul crinale del monte, “a sbalzo”. Paolo Lambruschi è all’interno dell’abitacolo. “Dagli Scaloni” suona l’allarme.

I soccorsi

Sono le 8,12 quando i vigili del fuoco partono alla volta della montagna: con un andamento senza urgenza, dal centro città, dal cosiddetto Ponte di Ferro che è alla testa della via Carriona, l’antichissima strada romana, si impiega una ventina di minuti – di una strada di curve a gomito – per arrivare lassù, a Fantiscritti: la prima meta che si incontra, lungo la strada è Miseglia, il paesino in cui Lambruschi viveva con la sua famiglia. Il servizio di emergenza-urgenza del 118 allerta il Soccorso cave. Arrivano medici e infermieri. Giungono gli operatori della Prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl. I carabinieri. In volo si alza anche il servizio di elisoccorso Pegaso ma poi rientra perché i soccorritori non possono far altro che constatare la morte.

Sconvolti

Intanto sul piazzale di cava sono accorsi in tanti: dipendenti delle cooperative ma anche cavatori delle cave limitrofe. Sono un centinaio: e tra di loro ci sono anche parenti e amici della vittima. È sconvolgente vedere quanto siano atterriti e “in disarmo” questi uomini così abituati a fare ogni giorno un mestiere tra i più duri al mondo, a “tenere testa” alla montagna. Non si sente una parola. Alle 12 viene estratto dall’abitacolo. Alle 13 anche i vigili del fuoco scendono a valle.

Le ipotesi

La Procura di Massa ha aperto un’inchiesta per accertare le cause della morte del dipendente della Cooperativa Canalgrande. Verrà eseguito un esame post-mortem. L’area di cava è stata sequestrata e con molta probabilità anche l’autocarro verrà sottoposto a controlli, anche se è semidistrutto. Tre le ipotesi. Primo, Lambruschi potrebbe essersi inavvertitamente avvicinato al precipizio del ravaneto, una ruota potrebbe essere scivolata nel vuoto e la pesantezza del mezzo avrebbe fatto il resto. Secondo: potrebbe aver avuto un malore e aver perso così il controllo del veicolo. Oppure, terza ipotesi, l’autocarro potrebbe aver subìto un guasto, anche se si tratta – a detta di tutti – di un mezzo di appena un anno di vita. Come il dumper giù dal ravaneto, Carrara riprecipita nello sconcertante baratro della morte in cava.
 

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