Altro che dolce, a Pasqua le uova di cioccolato costano (quasi) oro
Quasi triplicato il costo delle materie prime e gli effetti si vedono su tutti i prodotti. Per il Codacons prezzi lievitati fino al 40%
Altro che dolce, l’uovo di Pasqua è sempre più salato, almeno per i nostri portafogli. Per accorgersene basta varcare la soglia di un qualsiasi supermercato e cercare – tranquilli non farete molta fatica – le zone riservate, spesso grandi come campi da calcetto, a tutte le declinazioni dei peccati gola: uova di cioccolata di varia natura, tipologia e sorpresa, ovetti, colombe, cioccolatini e incroci tra volatili e cacao non meglio identificati. Se poi fate parte dell’élite più esigente che popola il girone dei golosi e puntate all’artigianato della cioccolateria, sappiate che il conto, rispetto all’anno precedente, sarà ancora più alto.
I rincari anno su anno
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato un aumento delle uova di Pasqua del 7,4%, ma anche degli ovetti tipici +10%. Secondo alcune analisi recenti, a dicembre 2024 i costi della materia prima hanno toccato il picco del +400% rispetto agli anni precedenti. Ma gli aumenti riguardato tutta la filiera. Il dato emerge anche da una indagine condotta dal Codacons sulle marche più note di dolciumi pasquali industriali venduti nella grande distribuzione in Italia.
Per l’uovo di Pasqua, che sia al cioccolato al latte o fondente, i rincari i per le marche più note, al netto di offerte o promozioni dei supermercati, si attestano a quota +29,8% rispetto allo scorso anno, ma possono arrivare a oltre il +40%. Colpite da incrementi dei listini anche le uova di cioccolato destinate ai più piccoli, con aumenti che partono dal +8,3% per il classico “Kinder Gran Sorpresa” da 150 grammi (il cui prezzo stabilito dal produttore passa dagli 11,99 euro del 2024 agli attuali 12,99 euro) e arrivano al +33% per le marche che hanno in licenza loghi legati ai bambini.
La crisi delle materie prime e la quotazione del cacao
Alla base dei pesanti rincari dei dolci pasquali c’è prima di tutto «la crisi delle materie prime», spiega il Codacons. Le quotazioni del cacao hanno raggiunto il record di 12mila dollari la tonnellata a fine 2024, e viaggiano attualmente attorno agli 8mila dollari, contro i 2.900 dollari del marzo 2023, con un incremento di oltre il 175% e impatti diretti sui prezzi al dettaglio di tutti i prodotti a base di cacao. Anche il burro, materia prima base della colomba, ha registrato incrementi astronomici, pari al +83% su base annua secondo gli ultimi dati della Commissione Europea, con le quotazioni che hanno superato gli 8.300 dollari a tonnellata. Due i motivi principali dell’aumento del costo cacao: la speculazione finanziaria da un lato e la siccità che sta colpendo le zone dell’Africa dall’altra. Qui c’è una maggiore produzione e il clima più caldo genera malattie alle piante, dunque si produce meno ma il costo aumenta. Anche le tensioni sul fronte energetico, che appesantiscono i costi di produzione a carico dell’industria, si aggiungono alle cause dei rincari e si riflettono sui prezzi al dettaglio, senza contare che produttori e grande distribuzione possono contare sul fatto che prodotti come uova di cioccolato e colombe non possono mancare a Pasqua sulle tavole degli italiani.
«Al di là degli aumenti fisiologici dei prezzi dei prodotti legati alla maggiore domanda da parte dei consumatori, è evidente come sulla Pasqua degli italiani incomba la situazione complessa di alcune materie prime – afferma il presidente del comitato scientifico del Centro di ricerca sui consumi, Furio Truzzi – Burro, cacao e caffè sono tra i prodotti al centro di una grave crisi globale, tra crollo delle produzioni, cambiamenti climatici e domanda in aumento. Una situazione che si riflette negativamente sui prezzi al dettaglio praticati ai consumatori e che farà salire la spesa degli italiani per il tradizionale pranzo di Pasqua in casa di circa 100 milioni di euro rispetto allo scorso anno». Altro che una Pasqua dolce.