Così il sistema premia una ristretta élite e mantiene ai margini miliardi di persone
Sono stato eletto nel CdA di Oxfam Italia e, non solo per questo, ho l’imbarazzo di dovermi misurare con un possibile “conflitto di disinteresse”. Si perché quando si accede a dati di povertà crescente, di sprechi e di ricchezze stratosferiche, anche se è la “tua organizzazione” che li rileva, è buona cosa diffonderli e ragionarci su. E pure allarmarsi per il disinteresse generale. Oxfam si è presentata al Forum Economico Mondiale di Davos con un rapporto molto interessante: "Diseguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata". Molti osservatori e tanta stampa ne hanno parlato, lo hanno analizzato. Lo studio evidenzia un quadro allarmante, denuncia un sistema economico che premia una ristretta élite e perpetua la marginalizzazione di miliardi di persone. Ad esempio si legge che poco più di 200 Paperoni italiani detengono circa la metà della nostra ricchezza e oltre 6 milioni di altri connazionali vivono in povertà assoluta. Il Forum di Davos si è aperto lo stesso giorno in cui alla casa Bianca si è celebrato l’insediamento di Trump e non è stato difficile accorgersi che i più ricchi del pianeta, Elon Musk in testa, erano ad applaudire Trump. Qualcuno forse parteciperà al Forum, sono già state prenotate le migliori suite della cittadina svizzera. Altri si collegheranno più comodamente on line dalle loro residenze. Proprio come il neo Presidente a stelle e strisce che dalla Casa Bianca, con un discorso aggressivo ha dettato agende, condizioni e dazi, migranti, Messico... Nel 2023, l'1% più ricco della popolazione mondiale ha assorbito quasi il doppio della ricchezza creata rispetto al restante 99%, e più della metà della popolazione globale vive con meno di 5,50 dollari al giorno, aggravando ulteriormente la situazione per donne e minoranze. Se a tutto ciò sommiamo il Covid, le recenti crisi globali, le molte guerre, Gaza e l’Ucraina, le disuguaglianze sono ancora più evidenti. Al sistema fiscale che favorisce elusione ed evasione aggiungiamo un sistema di impoverimento dei servizi sociali, attraverso la loro privatizzazione, basti pensare alla sanità e l'istruzione, rendendo questi servizi in molte parti del pianeta inaccessibili ai più. Nell’ultimo CdA di Oxfam (ecco il conflitto di disinteresse) sono emerse alcune indicazioni che nel rapporto presentato a Davos tentano di incalzare Governi ed economie. Tra le principali raccomandazioni, la previsione di una tassa progressiva sui grandi patrimoni per redistribuire le risorse. Rafforzare l'accesso universale a sanità, istruzione e protezione sociale. Garantire alle aziende il rispetto di standard etici e ambientali. Promuovere politiche contro le discriminazioni razziali, disuguaglianze e di genere, favorendo l'accesso equo alle opportunità. La responsabilità ricade sui leader mondiali, ma anche sulla società civile, chiamata a spingere per una trasformazione delle politiche economiche globali. Vedremo se Davos sarà un luogo cruciale per sviluppare queste tematiche, ma il cambiamento, volto a costruire un futuro più equo e sostenibile, non può che avvenire da un’azione concertata e coraggiosa, da un impegno collettivo. Quel capitale umano che deve vedere una decisa riduzione dei tassi. Di disinteresse, appunto.
* scrittore e attivista per i diritti